Funzionamento caldaia a condensazione, caratteristiche e differenze

16 aprile 2020 - 10:23 / di Roberto Ferri Roberto Ferri

Stai valutando l’ipotesi di sostituire la tua caldaia con una a condensazione? Sicuramente è un’ottima idea, sia per quanto riguarda il risparmio in bolletta che per una maggiore attenzione all’ambiente in cui viviamo, e se vuoi essere del tutto consapevole della scelta che stai per fare, sei nel posto giusto: ecco tutto quello che devi sapere su questa tipologia di caldaia.

La caldaia a condensazione ha ormai sostituito quasi ovunque le vecchie caldaie tradizionali. Perché? La risposta va ricercata nel suo funzionamento, nelle sue caratteristiche, e in tutto ciò che la distingue da quelle tradizionali. Vediamo tutto, punto per punto.

 

Caldaia a condensazione: funzionamento

Ecco il tipico schema di come funziona una caldaia a condensazione.

 

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I fumi, prima di essere evacuati, vengono convogliati all'interno di uno scambiatore di calore che ne abbatte la temperatura così da recuperare calore. La caldaia ha un elettroventilatore che preleva l’aria esterna e forza l’espulsione dei prodotti della combustione verso il “camino” che si occuperà di disperderli.

Grazie a questo meccanismo, la caldaia a condensazione garantisce un rendimento termico superiore al 90% del combustibile utilizzato, proprio in virtù del recupero del calore di condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi della combustione.

Perché è più efficiente?

Per rispondere a questa domanda bisogna andare a vedere in cosa la caldaia a condensazione si distingue da quella tradizionale. Qui trovi un approfondimento a 360 gradi, davvero utile, sull'argomento riscaldamento e caldaia.

Differenze tra caldaia a condensazione e caldaia tradizionale

La caldaia tradizionale utilizza solamente una parte del calore derivato dai fumi di combustione, perché evitano la sua condensazione poiché sarebbe corrosiva. Quindi tutto il vapore acqueo originato dalla combustione si disperde, e con esso tutta l’energia termica chiamata “calore laterale”.

La caldaia a condensazione, invece, sfrutta proprio questo potenziale: i fumi prodotti con la combustione vengono fatti raffreddare fino a riportarli allo stato liquido e a recuperare il calore utilizzato per preriscaldare l’acqua di ritorno.

Attraverso questo meccanismo, la temperatura dei fumi di uscita scende a circa 40°C ed è vicina alla temperatura di mandata dell’acqua (pensa che nelle caldaie a condensazione più efficienti, questa temperatura può essere addirittura inferiore alla temperatura di mandata dell’acqua!).

Diversamente nella caldaia tradizionale, dove la temperatura dei fumi in uscita è:

  • Caldaia ad alto rendimento: inferiore ai 140-160 °C
  • Caldaia non ad alto rendimento: inferiore ai 200-250 °C

La caldaia a condensazione può sfruttare l’energia termica dei fumi perché è realizzata con materiali resistenti all’acidità della condensa.

Nella caldaia a condensazione, quando la temperatura dei fumi scende al di sotto del “punto di rugiada” (per i fumi prodotti dalla combustione di metano è circa 56 °C), il vapore condensa e, tornando allo stato liquido, libera il “calore latente” che viene poi sfruttato dagli scambiatori.

Invece nella caldaia tradizionale, la temperatura dei fumi di combustione viene tenuta sempre al di sopra del “punto di rugiada”.

Riepilogando, la caldaia a condensazione, rispetto a quella tradizionale, ti permette:

  • Risparmio energetico: fino 25%, che può però arrivare al 50% se integrata a un sistema solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria.
  • Risparmio economico: taglio dei consumi in bolletta fino al 25%
  • Ridotte emissioni inquinanti

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Ora che sai come funziona una caldaia a condensazione, quali sono le sue caratteristiche e in cosa si differenzia da quella tradizionale, devi solo scoprire quale modello si adatta alle tue necessità per iniziare a risparmiare denaro ed energia prima possibile.

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Categorie: Caldaie

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Scritto da Roberto Ferri