Un guasto alla caldaia è una di quelle seccature fastidiose ma risolvibili: si tratta di un problema da gestire rapidamente, dato che nessuno - soprattutto in inverno - vuole affrontare docce fredde o assenza di riscaldamento funzionante.
Un altro fattore di stress per chi si trova ad affrontare un guasto potrebbe essere, inoltre, quello di dover chiamare un tecnico, magari dover fissare la visita nei giorni successivi a causa degli impegni dello specialista, e dunque non poter risolvere subito la situazione scomoda creata dalla situazione della caldaia.
Insomma, il buon funzionamento dell’impianto è una componente importante per il benessere in casa.
Ma quali sono i casi in cui i problemi causati possono essere risolti con soluzioni fai da te e quali invece richiedono il tempestivo intervento di un tecnico?
Proviamo a rispondere a questa domanda esaminando insieme alcune fra le più comuni problematiche:
La caldaia non si accende: quando chiamare il tecnico e quando agire con il fai da te?
Può accadere che la caldaia non si accenda proprio; purtroppo non esiste una spiegazione univoca a questa eventualità, perciò vanno passate in rassegna diverse spiegazioni:- Gas di scarico: ogni caldaia emette dei fumi; quelle di ultima generazione in genere sono munite di una sonda che ne tiene controllata la temperatura. Purtroppo, col tempo, questa si può usurare e mandare la caldaia in blocco di sicurezza anche se non c’è un reale allarme. In questi casi, la caldaia rimane bloccata finché la sonda non viene cambiata da uno specialista. Altrimenti, può accadere che lo scarico si intasi veramente per via di uccelli, nidi o polveri e foglie.
- Blocco di sicurezza: la caldaia potrebbe bloccarsi anche per altre ragioni che non siano il malfunzionamento della sonda dei gas di scarico, ma per altre anomalie rilevate da altri dispositivi. In tal caso, ogni caldaia ha i propri codici per segnalare le difformità sul display, ed è bene chiamare un tecnico per non commettere gesti affrettati.
- Scheda elettrica: è la componente che gestisce tutte le principali funzioni delle caldaie più recenti. Se essa si danneggia, il funzionamento della caldaia può bloccarsi. In alcuni casi, c’è da dire che il non funzionamento può semplicemente dipendere da un fusibile bruciato.
- Combustione: il problema del malfunzionamento della caldaia può essere anche riconducibile al fatto che non bruci più il gas: ciò può accadere sia se il bruciatore si intasa sia se manca l’energia elettrica mirata a fornire la scintilla che produce la fiamma.
- Scambiatore: questo componente serve a scaldare l’acqua che poi viene incanalata verso i termosifoni o i sanitari. Spesso può incrostarsi di calcare o funzionare male per via della ruggine.
Perché la caldaia perde acqua? Possibili cause
Uno dei problemi più frequenti in cui si può incorrere quando si possiede una caldaia è quando si verifica una perdita d’acqua.
Anche se si tratta di poche gocce, è sempre bene non prendere sottogamba un evento di questo genere, perché è sempre segnale di qualcosa che non va, e anche se, inizialmente, si potrebbe trattare solo di un piccolo difetto, è bene intervenire tempestivamente per scongiurare l’insorgere di problemi più gravi.
In genere, il fattore primario da verificare quando bisogna affrontare un guasto della caldaia è che la pressione sia corretta. Data l’importanza di questo argomento, ne tratteremo più diffusamente nel paragrafo successivo.
Caldaia: i problemi di pressione
Come controllare la pressione
La pressione è uno dei fattori più importanti per il buon funzionamento della caldaia; in particolare, bisogna che essa sia sempre costante e continua, con un valore intorno a 1,5 bar, o comunque compreso fra 0,8 bar e 1,5 bar.
La pressione si controlla, nelle caldaie più tradizionali, sul manometro, mentre in quelle più moderne su un display che ne indica il valore in bar in modo numerico.
Come risolvere i problemi di pressione bassa?
Se la pressione si abbassa bruscamente la caldaia può bloccarsi; gli abbassamenti di pressione possono essere dovuti a perdite, calcare o usura delle varie parti della caldaia.
Tra le conseguenze dell’abbassamento di pressione c’è, appunto, la perdita di acqua, o viceversa: la fuoriuscita d’acqua stessa, infatti, provocata anch’essa da vari fattori, può portare all’abbassamento di pressione in grado di bloccare la caldaia.
A questo punto bisogna indagare su dove si verifichi la perdita d’acqua: se ne sono interessati in condotti, per rimediare al problema tendenzialmente basta sostituirli.
Altrimenti, si può pensare di controllare i termosifoni.
Può succedere, infatti, che al loro interno si formi aria, la quale può condurre anch’essa all’abbassamento di pressione. A questo punto, per rimediare, bisognerà far sfiatare i radiatori e far uscire in questo modo l’aria accumulata.
Se anche dopo aver messo in atto questo procedimento la pressione non migliora e non torna a suoi standard, il difetto potrebbe essere più grave, e forse interno all’impianto: in questo caso, è bene chiamare un tecnico.
Altre possibili cause per la perdita d’acqua da parte della caldaia
Anche se, come abbiamo visto, il mantenimento di un giusto livello di pressione è essenziale per far funzionare la caldaia nel modo migliore, le perdite di acqua potrebbero essere dovute anche ad altri fattori: passeremo ora in rassegna una serie di altre possibili cause che però, lo ricordiamo, vanno considerate sempre e solo DOPO aver considerato ed aggiustato la pressione.
- La guarnizione: se la caldaia perde acqua anche da spenta, dopo aver controllato che la pressione dell’acqua non sia superiore a 1,5 bar, e, avendo bloccato i rubinetti, aver appurato che non ci siano problemi di eccesso di calcare alla serpentina, si potrebbe provare a ispezionare le guarnizioni: la perdita potrebbe essere dovuta alla loro usura. Che ciò accada è del tutto normale, perché con l’andare del tempo i materiali possono assottigliarsi e consumarsi. Una volta accertato, dunque, che la causa della perdita sia il deterioramento della guarnizione, per risolvere il problema basterà chiamare un tecnico abilitato che la sostituisca.
- Valvola di sfiato: in alcune situazioni, la caldaia potrebbe perdere acqua dalla valvola di sfogo, detta anche jolly, che si trova all’interno della caldaia; questo dispositivo ha la funzione di fare in modo che l’aria in eccesso presente nell’impianto esca: se c’è troppa aria in circolo, infatti, il fluire dell’acqua potrebbe venire compromesso, tanto da fare sì che alcuni radiatori non si riscaldino. È questo il caso di quando, in una casa, alcuni radiatori sono caldi e altri no. La valvola di sfogo è di ridotte dimensioni, ha la forma di un cilindro ed è tutta in ottone; si trova inoltre munita di un tappo nero. All’interno contiene un galleggiante attaccato a un’asta; esso si muove a seconda dei movimenti dell’acqua stessa. Quando l’aria all’interno è in quantità eccessiva, la valvola sfiata e l’acqua aumenta di livello. Ciò che fa sì che non esca anch’essa è proprio il galleggiante. Se dalla valvola di sfiato esce qualche goccia d’acqua, si può provare a sfiatarla manualmente; se il problema persiste, è bene consultare un tecnico.
- Valvola di sicurezza: la valvola di sicurezza è un meccanismo che ha la funzione di mantenere la pressione costante, in particolare in modo tale che non superi i 3 bar, che sono il livello massimo oltrepassato il quale potrebbero verificarsi situazioni pericolose, non solo per l’impianto ma anche per gli utilizzatori. Le perdite di acqua potrebbero essere riscontrate, perciò, anche proprio attraverso questa valvola. In questo caso, la causa potrebbe essere la pressione troppo alta; in genere, questa eventualità viene segnalata grazie a un manometro di cui sono munite più o meno tutte le caldaie. Se dunque guardando il dispositivo si nota che la pressione è troppo alta, si può provare ad abbassarla usando la valvolina di sfiato che è posta sul radiatore. Se la pressione invece si trova intorno a 1 bar e la caldaia perde acqua lo stesso, è bene chiamare un tecnico perché il problema potrebbe essere più complesso. Un’ulteriore casistica potrebbe essere quella di un impianto in cui la pressione supera i 2,5 bar e i radiatori sono caldissimi: in questa eventualità, il guasto potrebbe riguardare il vaso di espansione, ovvero il componente che ha lo scopo di assorbire l’aumento di volume dell’acqua in un ambiente chiuso man mano che ne aumenta la temperatura; se si verificano problemi, vuol dire che potrebbe essere rotto o scarico. In tal caso, l’unica soluzione è chiamare un tecnico.
- La perdita d’acqua si trova sotto la caldaia: quando la perdita si trova in posizione sottostante alla caldaia, le cause potrebbero essere diverse:una delle più gravi potrebbe essere la rottura di un tubo o un guasto allo scambiatore. Nel primo caso, l’unica cosa da fare è chiamare un tecnico che sostituisca la parte usurata (cosa che è frequente in inverno, quando con le basse temperature l’acqua si ghiaccia nei tubi). Per quanto riguarda il secondo caso, merita di essere approfondito nel prossimo paragrafo.
Caldaia: problemi allo scambiatore
A cosa serve lo scambiatore
Lo scambiatore è l’elemento della caldaia che ha la funzione di scambiare energia termica con l’acqua che vi passa attraverso, riscaldandola (si può quindi anche chiamare “scambiatore di calore”) facendo trasferire il calore prodotto dalla caldaia sull’acqua del riscaldamento da quest’ultima all’acqua dei sanitari, e tendenzialmente consiste in piastre metalliche ondulate e munite di fori attraverso cui passa l’acqua. Una volta passata attraverso lo scambiatore, l’acqua viene poi distribuita verso i riscaldamenti o verso i sanitari.
Lo scambiatore e il calcare: perché stare attenti
Data la frequenza di contatto con l’acqua, e dato che è composto di materiale metallico, lo scambiatore può essere spesso soggetto a perforazioni ulteriori o calcare, andando così a incidere sul flusso dell’acqua: si possono così produrre blocchi o cali di pressione.
Per questi motivi, lo scambiatore richiede una manutenzione costante e una pulizia accurata almeno una volta all’anno, per evitare di incorrere in scomodi problemi e di doverlo sostituire (è uno dei pezzi più costosi dell’impianto della caldaia).
Come fare per pulire lo scambiatore?
La metodica per pulire lo scambiatore differisce tra quello primario e quello a piastra o secondario.
Lo strumento principale per pulire uno scambiatore primario è una spazzola metallica, ma bisogna stare attenti a non respirare le polveri residuali. Bisogna inoltre fare attenzione a non rovinare il componente: anche se sembra solido, la sua resistenza dipende dalla qualità del materiale, e non tutti gli scambiatori in commercio sono uguali. I più recenti e resistenti sono in genere fatti di acciaio inossidabile.
Lo scambiatore a piastra invece si pulisce usando sostanze chimiche col fine di disincrostare, messe in circolo da una pompa. Nei casi più gravi, tuttavia, la sostituzione da parte di un tecnico rimane l’unica soluzione.
Caldaia e problemi dei termosifoni
I termosifoni sono un elemento importantissimo dell’impianto di riscaldamento. Tuttavia a volte, nel loro funzionamento può insorgere qualche problema, spesso dipendente dalla caldaia stessa: nei paragrafi precedenti abbiamo visto insieme che i parametri che devono concorrere affinché una caldaia funzioni nel modo migliore sono davvero tanti, perciò che ci sia qualche malfunzionamento è un’eventualità piuttosto frequente.
Cosa succede quando la caldaia va e l’acqua è calda ma i termosifoni non si scaldano?
Un’altra circostanza piuttosto disagevole, soprattutto nella stagione fredda, è quando la caldaia va, l’acqua dei sanitari diventa calda senza problemi, ma i termosifoni non vogliono saperne di accendersi.
C’è da dire che, in questo caso, prima di preoccuparsi è bene fare mente locale e verificare che il timer e il valore della temperatura dell’impianto di riscaldamento siano correttamente impostati, e che quindi la caldaia e l’impianto abbiano iniziato veramente a funzionare. In genere, una volta acceso il riscaldamento, ci vuole circa una mezz’ora perché l’acqua calda inizi a entrare veramente in circolo nei radiatori riscaldandoli.
Se invece tutti i parametri sono stati impostati nel modo corretto, e i caloriferi continuano a rimanere freddi, questo inconveniente può dipendere da varie cause:
- termosifoni sporchi o coperti: se il radiatore è troppo coperto da panni non necessari, il funzionamento potrebbe essere compromesso; stesso discorso con la sporcizia. In questo caso la soluzione è ricordarsi, quando finisce l’estate, di sottoporre i propri termosifoni alla manutenzione ordinaria. In caso di sporcizia interna, inoltre, bisogna provvedere a spurgare il termosifone: quest’ultima operazione è molto complessa, perciò si consiglia l’intervento di un tecnico specializzato.
- Bolle d’aria: a volte i caloriferi possono smettere di funzionare a causa delle bolle d’aria; in questo caso, per verificare che la causa sia questa e risolvere il problema, bisogna aprire lo sfiato del termosifone (dopo essersi premuniti in precedenza di bacinella per terra e dopo aver protetto la parete retrostante al radiatore, in modo tale che pavimento e muro non vengano bagnati). Se c’era effettivamente aria, una volta aperta la valvola non uscirà subito acqua ma un soffio d’aria. Quando inizia ad uscire il liquido bisogna richiudere lo sfiato e provare a vedere se, a questo punto, i termosifoni iniziano a scaldarsi, per poi ricordarsi di ripristinare il corretto valore di pressione in caldaia.
- Pressione bassa: se le precedenti soluzioni non funzionano, si può provare a controllare la caldaia: se la pressione è troppo bassa, o troppo alta, potrebbe essere che il disagio derivi proprio da questo. In tal caso, bisogna regolarla con l’apposito manipolo, ma è un’operazione che, se non si ha esperienza, è meglio lasciar fare ai tecnici.
Perché a volte i termosifoni si riscaldano solo a metà?
A volte, si può notare come i radiatori che dovrebbero riscaldare la casa sembrino diventare caldi solo per una metà; come è possibile? Ma soprattutto, è qualcosa che può succedere normalmente o è una circostanza di cui bisogna preoccuparsi?
In genere, per fortuna, è una casistica del tutto normale: si verifica quando, una volta impostata la temperatura che si vuole raggiungere in casa grazie al termostato, essa viene raggiunta: l’impianto di riscaldamento, a quel punto, entra in una specie di modalità “standby” che è molto utile agli utenti per risparmiare sulle bollette.
Se invece si nota che la temperatura impostata col termostato non è stata raggiunta, il problema potrebbe risiedere nel termostato o nell’accumulo di aria all’interno del termosifone.
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