Come riscaldare una casa in classe energetica C D E F oppure G

28 gennaio 2021 - 17:01 / di Roberto Ferri Roberto Ferri

Dal 2012, gli edifici si classificano in classi di efficienza energetica dalla A 4 che è la più elevata e contraddistingue gli edifici passivi, fino alla lettera G che è la classe meno efficiente. Come si riscaldano gli edifici in classe bassa e media e in particolare come riscaldare una casa in classe C, D, E, F oppure G?

L’Ape, Attestato di prestazione energetica, è il documento che descrive le caratteristiche energetiche di un immobile ed è obbligatorio in caso di vendita o di affitto.

Tra i vari parametri presi in considerazione, ci sono:

  • Le caratteristiche costruttive e di esposizione dell'immobile
  • Le caratteristiche delle murature e la qualità degli infissi
  • La tipologia degli impianti presenti per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria
  • Impianto di ventilazione meccanica
  • Presenza o meno di sistemi di produzione ad energia rinnovabile (come fotovoltaico, solare termico)

Indirettamente, è considerato uno strumento per valutare la convenienza economica dell'acquisto e della locazione di un immobile in relazione ai consumi energetici. Un edificio energivoro è infatti un edificio costoso da mantenere ed è quasi una previsione di bollette alte sia per il riscaldamento invernale, sia per il raffrescamento estivo.

ape

Riscaldamento per la casa in classe C

La classe C è una buona classe energetica, che di solito identifica edifici non coibentati con il cappotto ma con un discreto grado di efficienza energetica, buoni serramenti e isolamento a intercapedine. Probabilmente la data di realizzazione è di circa 15 – 20 anni fa.

Questi edifici possono essere riscaldati dalla caldaia a gas con buoni risultati di comfort, anche in abbinamento al riscaldamento a pavimento. Si tratta di edifici mediamente energivori. Con la sostituzione della caldaia tradizionale con un nuovo modello a condensazione è possibile risparmiare fino al 20% sui consumi, grazie alle caratteristiche specifiche dei nuovi generatori, mantenendo un ottimo livello di comfort.

 

Riscaldamento per la casa in classe D, E, F, G

Queste classi sono le meno performanti sul piano dell’efficienza energetica e, quindi, le più energivore. Si tratta della maggioranza degli edifici del nostro Paese e in queste fasce di bassa classifica si colloca anche gran parte dei condomini.

Il problema maggiore di questi edifici, che in genere risalgono a prima degli anni Novanta, è che richiedono molta energia senza mai raggiungere il comfort ideale. Nelle case singole o accostate d’inverno si percepisce una sensazione di umidità che aumenta il freddo, mentre nei condomini gli appartamenti vengono riscaldati da potenti – e fortemente inquinanti – centrali termiche.

Per ovviare a questo problema, di solito nelle case singole o a schiera si installa un camino o una stufa a pellet. Passare al riscaldamento a legna però non è la soluzione migliore per tutti, infatti non sempre si ha a disposizione legna a basso costo o lo spazio per conservarla. Inoltre, questa soluzione è impraticabile in condominio a meno che non sia già predisposta una canna fumaria. Va anche precisato che in gran parte dei Comuni del Centro-Nord è vietata l’accensione di caminetti e stufe per tutto l’inverno come misura per contrastare l’inquinamento da pm10. Di conseguenza questi “ausili” non si possono utilizzare perché si rischiano delle sanzioni.

La soluzione per le case in classi bassi dovrebbe seguire due direttrici:

  • La sostituzione del generatore tradizionale, con una caldaia a gas più performante come quella a condensazione.
  • La valutazione di una riqualificazione dell’edificio nell’ottica dell’isolamento dell’involucro esterno.

Già sostituendo la caldaia vecchia con una nuova a condensazione si ottiene un risparmio sui consumi di circa il 20%. Qui trovi un approfondimento a 360 gradi, davvero utile, sull'argomento riscaldamento e caldaia. Nei condomini l’isolamento termico è un lavoro molto complesso da realizzare, ma è possibile abbassare le spese cambiando la caldaia nel caso in cui il riscaldamento sia autonomo.

La sostituzione della caldaia è un ottimo punto di partenza per il risparmio, per almeno tre motivi:

  1. Permette di abbassare immediatamente i consumi
  2. Rientra nel pacchetto delle detrazioni fiscali come miglioramento dell’efficienza
  3. Migliora l’Ape e, indirettamente aumenta il valore dell’immobile nel momento in cui decidi di venderlo o affittarlo.

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Categorie: Caldaie

Roberto Ferri

Scritto da Roberto Ferri