“Andare per erbe”: un’arte antica, praticata già in epoca primitiva, che consiste nella raccolta del cibo che cresce spontaneo nelle foreste, tra campi e prati, lungo le sponde dei laghi e gli argini di fiumi e lagune oggi nota con il termine “foraging”. Una vera e propria pratica ecosostenibile che ci accompagna alla riscoperta di vecchie abitudini dei tempi lontani in cui bacche, foglie, radici, cortecce, muschi e licheni, facevano parte della dieta di tutti i giorni.
Errato è pensare che la raccolta si basi su grandi quantità bensì sono stagionalità e qualità i punti forza di questa pratica esercitata in maniera rispettosa dell’ambiente e sicura in termini di salute. Con il termine alimurgia si indica la scienza che studia l’uso delle piante selvatiche commestibili e non velenose sia in momenti di carestia sia per scopi salutistici.
Foraging a tavola.
Nel campo della ristorazione diversi sono gli chef che si sono avvicinati al mondo del foraging utilizzando materie prime selvatiche per insaporire, creare e cucinare i loro piatti di punta. Norbert Niederkofler per citarne uno, che ha messo in piedi un vero e proprio progetto di promozione della cucina di montagna presentando in tavola radici, bacche, tuberi, erbe d’alta quota, riunendo una rete di alpinisti, agricoltori, cuochi, imprenditori e naturalisti. Quel che suggeriscono gli esperti è un battesimo alla pratica consapevole, e non improvvisato. Occorre uno studio approfondito, una guida formata che accompagni alle prime uscite e un grande rispetto nei confronti dell’ecosistema.
Sebbene raccogliere erbe spontanee possa sembrare un gioco da ragazzi, il più grande consiglio è: non improvvisarsi forager!
Valeria Margherita Mosca, è forager e fondatrice di Wooding Lab. Si tratta di un laboratorio di ricerca e sperimentazione del cibo selvatico per la nutrizione umana, nato nel 2010 e che dirige insieme a un team di 7 collaboratori tra cui gastronomi, psicologi, antropologi, etnobotanici e nutrizionisti. Nel suo erbario ha fino a oggi catalogato più di 9000 vegetali selvatici per scopi alimentari. Tra le sue ricette: risotto all’abete rosso e i pancake con fiori e fragole.
Come si svolge la raccolta?
- Identificazione
Una corretta formazione non basta, seguite i più esperti e affinate i sensi: vista,
olfatto e udito. Imparerete a conoscere come i principi attivi siano riconoscibili e
possano interagire con l’organismo osservando, annusando e ascoltando.
- Dove raccogliere
Si raccoglie in zone non inquinate e incontaminate.
- Raccogliete solo in necessario
Andar per erbe non significa fare razzia. Raccogliete quanto basta e lasciate alle
piante il tempo che serve per crescere.
- Siate rispettosi, seguite la stagionalità e i tempi di raccolta
Durante la raccolta non lasciate in giro rifiuti, evitate le riserve naturali e rispettate
l’ecosistema di cui le piante fanno parte. Insetti, fogliame, muschi, erbacce e molto
altro, hanno un ruolo fondamentale nella rigenerazione del territorio che dona la vita
a tutte le piante che ci circondano. Lasciate tutto intatto.
- Scrivete un diario di raccolta
Annotate dove e quando avete trovato le piante, aiuterà a diventare degli esperti raccoglitori e vi consentirà di tornare sul posto nella stagione giusta. Avvicinarsi al foraging significa voler instaurare un rapporto più intimo con la natura. È un’attività che coinvolge corpo e mente, un momento di scambio che consente di avvicinarsi alla natura con rispetto, consapevolezza e riconoscenza.
Se hai voglia di praticare nuove attività green, continua a seguire la nostra rubrica e ricordati di tenere sotto controllo i consumi energetici. La bella stagione si avvicina, non farti trovare impreparato. Hai già provato il nostro configuratore?