Doggy bag: una cena al ristorante senza sprechi. È ancora un tabù?

27 maggio 2022 - 07:00 / di Camilla Giacinti Camilla Giacinti

Sapevi che un terzo del cibo dei ristoranti viene gettato nella spazzatura?  Gran parte dei clienti dei ristoranti non consuma tutto il cibo che ordina, generando di conseguenza una grande quantità di spreco alimentare. A causa di pregiudizi culturali misto a vergogna e poco senso civico, raramente il cliente chiede di poter portare a casa gli avanzi con la famosa doggy bag, letteralmente, “vaschetta del cane”.

Nonostante in numerosi paesi del mondo sia una pratica molto diffusa, in Italia, anche i ristoratori sono poco inclini a proporre il take away degli avanzi lasciati nel piatto. Da un sondaggio della Coldiretti, solo il 20% porta a casa i resti del pasto fuori casa, una buona percentuale degli italiani ritiene che sia una pratica volgare, maleducata, altri dicono di non utilizzarla perché difficilmente lasciano avanzi nel piatto, altri ancora non saprebbero che farsene. Negli Stati Uniti è una prassi che ha origini da una moda nata a San Francisco poi promossa da Michelle Obama attraverso scatti che la ritraggono mentre porta a casa il suo cibo avanzato dopo un pasto al ristorante. Stessa modalità anche durante un suo viaggio del 2009 nel Bel Paese.

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La Doggy Bag nel mondo.

Gli stessi personaggi del mondo dello spettacolo sono stati ritratti ripetutamente portando a casa bottiglie di vino non terminate e doggy bag. In Francia è addirittura obbligatoria per i ristoranti con oltre 180 posti a sedere. La stessa Francia è il Paese che sul fronte della lotta agli sprechi di cibo è intervenuta più di tutti approvando una legge ad hoc che riguarda anche i supermercati. Infatti, qualora i supermercati non donassero i prodotti ancora commestibili al circuito del volontariato per assistenza ai poveri, rischierebbero multe salate (fino alla pena del carcere).

La Spagna ha ottenuto ottimi risultati puntando sulla diffusione di uno spot televisivo che mostra un noto personaggio richiedere a fine pasto la sua doggy bag. Con il termine Dabao che, letteralmente, significa “Mi Faccia il pacchetto”, in Cina si richiedono gli avanzi al ristorante come gesto di rispetto e buona educazione, tanto da essere entrato a far parte del protocollo delle buone maniere.

E in Italia?

In Italia è in vigore la legge 166/16 contro gli sprechi alimentari che “promuove l’utilizzo, da parte degli operatori nel settore della ristorazione, di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l’asporto degli avanzi di cibo” e riorganizza il quadro normativo di riferimento che regola le donazioni degli alimenti invenduti.

Nonostante i diversi tentativi di far avvicinare la clientela dei ristoranti verso un approccio più sostenibile e nowaste i risultati non sono stati quelli sperati. Considerando che la doggy bag non è altro che la cugina della schiscetta da molti preparata per i pranzi in ufficio.

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Recupero e risparmio allo stesso tempo.

Ci hanno provato anche Comieco (Consorzio per il riciclo della carta e cartone) e la Fipe (Federazione pubblici esercizi) attraverso un accordo per fornire a 30mila ristoranti la doggy bag. Il primo prototipo di doggy bag tradotto in italiano, premiato da Comico e realizzato dal ristorante Duke’s di Roma, si chiama Rimpiattino.

Il nome è stato scelto da Fipe e Comieco tra le tante proposte, e per dare una corrispondenza italiana al termine americano un po’ meno accattivante: doggy bag. Persino diversi team di designer e illustratori hanno sposato la missione presentando packaging e borsine di tendenza alle diverse edizioni del Salone del Mobile, ma pare che, per il popolo italiano, il timore di essere “mal etichettati” sia difficile da sradicare. Basterà italianizzare il nome di questa pratica così diffusa nel resto del mondo, insieme ad un packaging griffato, per vincere il tabù? Quanti altri modi di recuperare il cibo avanzato conosci? Non perdere le nostre ricette di riciclo nella sezione “Ricette per la Sostenibilità” e continua a tutelare l’ambiente scegliendo un fornitore di energia green: usa il nostro configuratore per saperne di più

Categorie: Ricette per la sostenibilità

Camilla Giacinti

Scritto da Camilla Giacinti

Nata a Milano, architetto e foodstylist, è sempre alla ricerca di nuove tecniche di cottura e gesti quotidiani ecosostenibili. L’esperienza nel settore dell’energia le ha dato modo di approfondire l’argomento nel suo ambiente preferito della casa: la cucina.