Come ogni anno torna l’appuntamento con “Mi illumino di meno”  l’iniziativa realizzata da Rai Radio 2 e della trasmissione Caterpillar che in occasione della Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili promuove azioni volte a riflettere e agire concretamente su stili di vita meno impattanti.  Il tema per questa edizione 2023 è “Tutta una comunità energetica”

Giunta alla sua 19^ edizione, il Parlamento italiano con il Decreto Legge n. 17/2022, ha istituito ufficialmente la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili ed è per questo che da quest’anno ogni 16 febbraio, data della prima edizione della campagna, la comunità di M’illumino di Meno fa festa. Il tema di quest’anno ha l’obiettivo di mappare il crescente fenomeno delle Comunità Energetiche Rinnovabili. 

Cosa sono le Comunità Energetiche

Rinnovabili?

Le comunità energetiche rinnovabili sono delle alleanze territoriali di enti pubblici e cittadini che producono e distribuiscono energia da fonti alternative come per esempio gli impianti fotovoltaici.  La Comunità Energetica viene strutturata come un’associazione e può essere composta da liberi cittadini, enti pubblici, aziende o attività commerciali che decidono di unire le proprie forze per autoprodurre energia elettrica e autoconsumarla. In questo modo si crea una vera e propria comunità di scambio di produzione e consumo di energia elettrica. 

Come si forma una “Comunità Energetiche

Rinnovabili” ?

Il Decreto Milleproroghe 162/2019 ha permesso all’Italia di affacciarsi al mondo delle “Comunità Energetiche Rinnovabili” previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE

  • La prima cosa da fare è costituire un’entità legale tra i futuri soci della comunità. I soci possono essere persone fisiche, piccole o medie imprese, enti territoriali o amministrazioni pubbliche locali. Lo scopo di una comunità energetica non è il profitto per questo le forme di aggregazione più usate sono quelle dell’associazione riconosciuta o della cooperativa.
  • Il passo successivo consiste nell’individuare un’area dove installare l’impianto (o gli impianti) di produzione, che dev’essere in prossimità dei consumatori. L’impianto non deve necessariamente essere di proprietà della comunità: può essere messo a disposizione da uno solo o più dei membri partecipanti o addirittura da un soggetto terzo. 
  •  Una volta messo in esercizio l’impianto è necessario fare istanza al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa.
  • Qualora la produzione sia superiore al consumo, la stessa può essere immessa in rete e alla comunità verrà riconosciuto il solo valore economico dell’energia, senza ulteriori benefici.

 

Quali sono i vantaggi di una comunità

energetica?

Realizzare una comunità energetica ha diversi vantaggi sia dal punto di vista del risparmio energetico che ambientale. Infatti, autoproducendo energia elettrica si evita di produrre energia da fonti fossili liberando CO2sub>, dall’altro di dissipare energia in perdite di rete. Inoltre, grazie ai meccanismi di incentivazione derivanti dall’energia prodotta e utilizzata, la comunità è in grado di produrre un “reddito energetico” da redistribuire.



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