Inizialmente considerato come un bene di lusso, oggi il condizionatore è presente nella quasi totalità delle abitazioni e si pone spesso il problema delle installazioni in condominio. Come regolarsi, rispetto alla normativa, per l’installazione di condizionatori in condominio?
Il boom del climatizzatore come elettrodomestico ormai indispensabile nelle case, da diversi anni ha imposto l’adeguamento di regolamenti comunali e condominiali per permettere a tutte le famiglie di utilizzarlo. Gli studi medici hanno dimostrato che il raffrescamento estivo tutela la salute delle persone con patologie cardiovascolari o gravate da pluripatologie, come spesso accade agli anziani per i quali l’afa estiva e l’esposizione a elevate concentrazioni di ozono in atmosfera è nocivo. Inoltre, anche le persone allergiche trovano beneficio nell’aria condizionata, perché per tutta la stagione dell’attività vegetativa possono proteggersi dalle riniti e dall’asma grazie ai filtri antipolline presenti in molti modelli di climatizzatori.
Anche chi abita in condominio può, ovviamente, sfruttare tutti i benefici di questo strumento e vivere nelle migliori condizioni abitative. Solo che in condominio ci vuole qualche attenzione in più sul piano dell’installazione.
Installazione condizionatori in condominio: le norme da conoscere
Come prima cosa è necessario verificare se nel tuo Comune sono in vigore divieti o limitazioni che riguardano la salvaguardia delle facciate soprattutto nei centri storici. Se ti rivolgi a un installatore locale, dovrebbe essere a conoscenza di eventuali vincoli. Ogni regolamento comunale può dare precise indicazioni per quanto riguarda il posizionamento del condizionatore o richiederne le relative autorizzazioni, limitatamente alle zone vincolate.
Ricapitolando, se vivi in condominio in centro città o in un palazzo storico, verifica se sono presenti dei divieti che impediscono l’installazione di climatizzatori.
Se abiti in un condominio in una zona non vincolata, di norma non occorre alcuna autorizzazione, nemmeno da parte dell’assemblea condominiale. Eventualmente, puoi confrontarti con l’amministratore sulla posizione dell’unità esterna descrivendo il tipo di installazione e dove andrebbe installata. Può accadere che, per tutelare l’integrità della facciata, ci siano delle predisposizioni per l’installazione su un lato dell’edificio non visibile o non di pregio (sfruttando ad esempio il lato che dà su un cortile interno o su un parcheggio). Con la comunicazione all’amministratore, ci si mette anche al riparo da eventuali successive contestazioni.
Caso più raro ma possibile, il Regolamento Condominiale può riportare le indicazioni di installazione che sono state deliberate in precedenti assemblee.
Per quanto riguarda le norme da conoscere, il Codice Civile stabilisce che:
- L’unità esterna va posizionata tre metri sotto la soglia delle finestre o del terrazzo del piano superiore (in modo da non limitare la vista agli altri condòmini)
- Lo scolo dell’acqua di condensa deve essere correttamente incanalato, in modo da evitare il cosiddetto “effetto pioggia” sui vicini dei piani inferiori e i passanti.
La condensa è infatti una delle più frequenti questioni che accendono le contestazioni di vicinato: va convogliata direttamente nell'impianto idraulico del locale a servizio o comunque recuperata in appositi contenitori, periodicamente svuotati ed è assolutamente vietato lo stillicidio verso altre unità immobiliari. Oltre ad essere una specifica di legge, è anche una norma di buon senso.
I vincoli condominiali riguardano esclusivamente la facciata e le aree comuni. Internamente all’appartamento, invece, non ci sono alcune limitazioni: si può decidere in autonomia se installare uno o più split in soggiorno, cucina, camere o in tutti questi ambienti, in base alle necessità e alle valutazioni del tecnico durante il sopralluogo.
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