Lo scaldabagno elettrico

24 febbraio 2020 - 18:00 / di Laura Sartori Laura Sartori

Nella scelta dello scaldabagno elettrico bisogna valutare numerosi fattori e variabili. Conoscere caratteristiche e peculiarità di ogni tipologia ci aiuta a capire qual è il modello migliore per le nostre necessità.

Come funziona uno scaldabagno elettrico

Uno scaldabagno elettrico può essere ad accumulo oppure istantaneo. Lo scaldabagno ad accumulo contiene l’acqua in un serbatoio, la riscalda e la mantiene calda per molto tempo. Lo scaldabagno elettrico istantaneo, invece, ha consumi importanti ed eroga poca acqua calda che, come sottintende il termine stesso, scalda l’acqua immediatamente. La capacità standard di uno scaldabagno è di 10, 15, 50 o 80 litri ma in certe tipologie può raggiungere anche i 120 litri.

Tecnicamente è composto da queste parti:

  • una parte isolante in poliuretano, che permette di mantenere la temperatura;
  • una resistenza elettrica di metallo, che riscalda l’acqua fredda;
  • un termoregolatore, che regola la temperatura dell’acqua;
  • una valvola di sicurezza per controllare la pressione;
  • un sistema anti- surriscaldamento.

Lo scaldabagno elettrico istantaneo, grazie ad una resistenza molto potente, scalda l’acqua all’istante appena si apre il rubinetto relativo; inoltre le sue dimensioni ridotte permettono un’agevole installazione vista l’assenza del serbatoio, anche se alcuni modelli prevedono un piccolo serbatoio di accumulo e quindi risulta essere poco efficace.

Il contatore potrebbe avere bisogno di un rinforzo di potenza soprattutto se sono attivi allo stesso tempo anche altri elettrodomestici. Pertanto, da 3 kWh si dovrebbe passare a 4 o a 4.5 kWh.

La marca e il modello possono essere le variabili che differenziano le prestazioni riscontrabili, ma una delle caratteristiche importanti da tenere bene a mente è relativa alla scelta di un modello con serbatoio smaltato, d’aiuto per evitare la corrosione da calcare. L’installazione può avvenire in diversi punti della casa, purché si rispettino tutte le norme in materia di sicurezza domestica ed è bene farsi consigliare sempre da un termoidraulico esperto, piuttosto che improvvisarsi tecnici.

Lo scaldabagno elettrico istantaneo 

Come detto in precedenza uno scaldabagno elettrico istantaneo ha il buon vantaggio di avere dimensioni ridotte, con modelli installabili in linea verticale o orizzontale in funzione del fatto che non ha necessità di scaldare in precedenza l’acqua: questo tipo di scaldabagno elimina un problema a chi non può allacciarsi ad una caldaia. Basta infatti una presa di corrente e un collegamento alla rete di carico. Tuttavia, uno scaldabagno elettrico istantaneo ha una ridotta portata di acqua, spesso non sufficiente per il consumo di tutti i componenti della famiglia; d’altra parte il consumo è proporzionalmente minore rispetto ad uno scaldabagno elettrico ad accumulo, ma questo elemento dipende anche dalla potenza.

Scaldabagno elettrico a basso consumo

Se la scelta di uno scaldabagno elettrico può rivelarsi una spesa difficilmente sostenibile, oggi in commercio esistono diversi tipi di apparecchi mirati ad un consumo più basso. L’obiettivo è quello sì di risparmiare, ma senza rinunciare alla qualità di lunga durata. Gli elementi da considerare se si vuole optare per uno scaldabagno elettrico a basso consumo sono:

  • Il timer. Questo dispositivo imposta i programmi di accensione e spegnimento dello scaldabagno risparmiando sul consumo. Molti modelli disponibili propongono sistemi di timer sofisticati capaci di analizzare le nostre abitudini, registrarle e dunque funzionare di conseguenza. 
  • Il termostato. Esso regola la temperatura, che è consigliabile mantenere intorno ai 40 gradi per la stagione estiva e ai 60 durante il periodo invernale.
  • La classe energetica. È definita su un’etichetta obbligatoria per legge dal 2015. Le classi energetiche vanno dalla A+ alla G. Sull’etichetta energetica si indica il nome del produttore e il codice del prodotto, oltre alla capacità in litri. La classe di efficienza energetica prende in considerazione anche delle differenze di performance come la rumorosità e il consumo di energia annuo espresso in kWh.

I costi per uno scaldabagno elettrico a basso consumo sono variabili. Un elettrodomestico con una capienza di 10 litri può aggirarsi intorno ai 90 euro mentre per i 30 litri oscilla solitamente tra i 70 e i 170 euro. Anche in questo caso la classe energetica ha voce in capitolo perché una classe energetica di tipo C, quindi un po’ bassa, con una capacità di 80 litri può far risparmiare durante l’acquisto del prodotto ma reca con sé consumi più elevati e quindi anche bollette più onerose.

Consigli ulteriori per risparmiare con uno scaldabagno elettrico

Un aspetto da tenere in considerazione, oltre alle dimensioni ingombranti, è quello spinoso relativo ai consumi. Uno scaldabagno con boiler consuma elettricità durante tutta la giornata per permettere all’acqua di mantenersi ad una temperatura costante, mentre uno scaldabagno istantaneo “funziona” solo quando lo si utilizza. Per dare un’idea della differenza, basti pensare che alcuni modelli di scaldabagno ad accumulo impiegano anche tre ore per scaldare l’acqua.

Una possibilità per limitare i consumi è quella di usare il già citato timer elettronico, soprattutto se lo scaldabagno è molto grande, così da programmare l’acqua calda e non dissipare troppa energia elettrica. Naturalmente se lo scaldabagno è di piccole dimensioni vien da sé che il consumo è, almeno potenzialmente, limitato.

Generalmente si dovrebbe scegliere uno scaldabagno in linea con i consumi effettivi di un nucleo familiare e andrebbe collocato vicino ad altri elettrodomestici che prelevano acqua calda, questo per evitare dispersioni di calore. La manutenzione periodica è un altro elemento utile per evitare consumi superflui derivanti da un cattivo funzionamento o da un funzionamento non conforme agli standard. Inoltre, è consigliabile cercare e verificare sempre tra le offerte migliori del proprio fornitore quella che più si adatta alle proprie esigenze di consumo.

Anche la posizione dello scaldabagno, come accennavamo, può avere un ruolo: le correnti d’aria possono alterare la temperatura e quindi indurre l’elettrodomestico a lavorare di più. Per risolvere il problema, si possono inserire nei rubinetti dei riduttori di flusso e adoperare un soffione della doccia a basso consumo.

 

La manutenzione di uno scaldabagno elettrico

La qualità è sempre un deterrente per guasti indesiderati e ripetuti nel tempo, tuttavia ogni elettrodomestico per quanta garanzia possa avere, è sempre soggetto alle fasi di invecchiamento e questo dipende anche dal modello e dalle caratteristiche specifiche. Lo scaldabagno non fa eccezione e uno dei primi criteri per definire la qualità è la presenza di buon materiale anti-calcare che lo rivesta all’interno. Un controllo periodico del funzionamento dello scaldabagno elettrico, oltre a permetterne la durata riduce consumi ulteriori e inutili.

Generalmente attorno alla resistenza degli scaldabagni si forma del calcare che è necessario togliere con adeguati solventi, così da permettere un regolare riscaldamento dell’acqua. In alcuni casi si procede alla sostituzione dei flessibili e della valvola di sicurezza o al lavaggio della serpentina in loco: queste operazioni sono però piuttosto costose e bisogna valutare se convenga, in alternativa, sostituire direttamente lo scaldabagno. 

Il lavaggio della serpentina e la pulizia generale dello scaldabagno sono chiaramente delle fasi fondamentali, a maggior ragione qualora ci fossero ostruzioni e quindi una pressione molto bassa del flusso dell’acqua. Tuttavia, nel caso di scaldabagni elettrici, il lavaggio della serpentina potrebbe avere costi elevati quanto un nuovo acquisto dello stesso elettrodomestico che è difficilmente smontabile, poiché le componenti sono assemblate a pressione.

La resistenza va comunque pulita e protetta anche negli scaldabagni elettrici. Un tecnico aiuta nel controllo periodico, almeno ogni due anni, della resistenza quando questa cominci ad avere i primi problemi. Indicatori del suo malfunzionamento possono essere:

  • le bollette onerose senza un effettivo elevato consumo;
  • la difficoltà dell’elettrodomestico di scaldare in breve tempo l’acqua.

Questi due fattori sono uno la conseguenza dell’altro, soprattutto in presenza di rivestimenti o otturazioni dovuti al calcare. In questa circostanza solo un tecnico esperto può risolvere il problema pulendo la resistenza stessa con appositi strumenti. Talvolta è necessario acquistare una nuova resistenza: i costi in questo caso sono contenuti e si aggirano intorno ai 10-20 euro.

Il fai da te nella manutenzione di uno scaldabagno elettrico

Premesso che un tecnico abilitato e competente sia sempre la soluzione migliore, qui di seguito ecco alcuni consigli di manutenzione fai da te di uno scaldabagno elettrico, per chi ha dimestichezza con questo tipo di elettrodomestici.

Fondamentale è sempre interrompere l’alimentazione elettrica allo scaldabagno e chiudere il rubinetto dell’acqua. Per sostituire la resistenza bisogna svuotare lo scaldabagno smontando il tubo flessibile e la valvola di sicurezza relativa all’ingresso dell’acqua fredda. Una volta smontato il flessibile, la caduta di acqua sarà inevitabile, pertanto è bene premunirsi di un contenitore capiente e stabile. Se attorno alla resistenza c’è molto calcare è necessario adoperare un po’ di forza per liberarla dalle incrostazioni.

Un rimedio casalingo per sciogliere il calcare è immergere l’oggetto in questione in una soluzione di aceto di vino bianco caldo e dopo diverse ore pulire via le incrostazioni. Una soluzione naturale che, al di là della sua effettiva efficacia, è senz’altro meno aggressiva e richiede meno attenzioni dei solventi chimici.

Scaldabagno elettrico con pompa di calore

Lo scaldabagno elettrico a pompa di calore risulta essere una variante ecosostenibile ed efficiente, anche se ancora poco diffusa. La pompa di calore è un sistema a circuito chiuso attraversato da un fluido, il freon, che in base alla temperatura e alla pressione a cui è sottoposto assume lo stato liquido o gassoso. In questo circuito chiuso troviamo diverse componenti: un compressore, un condensatore, una valvola di espansione e un evaporatore. Nel condensatore e nell’evaporatore si trovano dei tubi a contatto con aria o acqua, all’interno di essi scorre il fluido che cede calore al condensatore.

La performance di una pompa di calore è misurata dal coefficiente di prestazione C.O.P., che esprime il rapporto tra energia fornita ed energia consumata. Il C.O.P. è variabile, ma in genere per ogni 1kWh di energia consumata fornisce 3/4kWh di calore al dispositivo da riscaldare. In sintesi: in una serpentina si fa circolare un fluido frigorigeno che prende energia termica dall’aria esterna e lo converte in calore per riscaldare l’acqua. L’energia elettrica viene utilizzata solo quanto basta per mettere in funzione il sistema.

La capacità di uno scaldabagno a pompa di calore può spaziare da 100 fino a 300 litri: sono dunque strutture molto capienti e in grado di far fronte ad esigenze di consumo importanti.

La scelta di questo tipo di scaldabagno è legata a diversi fattori, come ad esempio le condizioni climatiche del luogo in questione, la tipologia dell’ambiente o edificio e il tipo di uso. Se la sorgente fredda è l’aria esterna, nei mesi invernali si possono formare delle tracce di condensa ghiacciata / “brina” sull’evaporatore, che viene eliminata, comunque, dalla resistenza elettrica. Il leggero rumore eventualmente prodotto e la condensa della pompa di calore possono suggerire di installare lo scaldabagno in cantina, così da ridurre il disturbo.

Anche per questo tipo di scaldabagno è importante la manutenzione, oltre a una corretta installazione. Si richiede, infatti, una pulizia dei filtri, del condensatore, dell’evaporatore e dei tubi di scarico della condensa. I costi previsti per lo scaldabagno a pompa di calore sono ancora molto elevati: il costo stimato si aggira tra i 1.000 e i 2.000 euro, circa.

Il vantaggio di un sistema a pompa di calore è l’elemento ecologico e a tal proposito è possibile combinare l’utilizzo di uno scaldabagno di questo tipo con altri sistemi ecosostenibili. Un impianto fotovoltaico, ad esempio, può essere messo in contatto con questo sistema a pompa di calore che sfrutterebbe l’energia prodotta dall’impianto stesso. Se invece è abbinata a un impianto solare termico, la pompa dello scaldabagno si può mettere in funzione quando necessario.

Infine, è bene ricordare che uno scaldabagno in pompa di calore rientra nelle agevolazioni del Conto Termico 2019”, ovvero un mezzo di sostegno da parte dello Stato mirato a diffondere l’uso di energia termica da fonti rinnovabili. Il contributo del conto termico è variabile e può arrivare a coprire fino il 65% delle spese sostenute. La richiesta deve essere presentata, da parte di un privato cittadino, entro 60 giorni dal termine dei lavori di installazione.

Categorie: Risparmio energetico

Laura Sartori

Scritto da Laura Sartori