Impianti d'allarme e videosorveglianza: caratteristiche, installazione e detrazioni fiscali

16 marzo 2020 - 11:00 / di Laura Sartori Laura Sartori

Un impianto di allarme è di sicuro il modo migliore per proteggere la propria abitazione da furti. Generalmente, con un impianto antifurto abbiamo a disposizione anche un dispositivo di comando per attivare il sistema, una centralina, dei sensori, un combinatore telefonico e una sirena d’allarme. Queste componenti fanno parte del kit fondamentale di ogni impianto antifurto. Esistono, tuttavia, diverse tipologie di impianti con differenti funzioni e caratteristiche. Vediamoli.

Impianti di allarme e videosorveglianza. Tipologie

La prima distinzione fondamentale è quella tra sistemi di allarme con fili, via cavo, e impianti senza fili, ovvero wireless.

Sistemi d’allarme con fili, via cavo

I sistemi d’allarme via cavo sono costituiti da una rete di cavi speciali che connettono le varie componenti dell’impianto nell’edificio. Il circuito elettrico è a bassa tensione (più precisamente gli apparati sono alimentati a 12V in corrente continua) e talvolta i cavi possono essere inseriti senza ristrutturazioni nell’impianto elettrico esistente. Con questo sistema qualsiasi tentativo di “manipolazione” farebbe scattare la sirena d’allarme. L’ideale è utilizzare questo tipo di impianto quando l’edificio è ancora in fase di costruzione per evitare ulteriori dispendiosi lavori in un secondo momento. Le tempistiche in questo tipo di sistema antifurto possono essere lunghe vista la necessità di dover “coprire” l’intera abitazione.

Sistema d’allarme wireless

Questa tipologia di impianto ha le stesse componenti degli altri sistemi, ovvero un dispositivo di comando, una centralina, sensori, dispositivi acustici e combinatori telefonici collegabili alle forze dell’ordine. Come in una connessione Wi-Fi, questo sistema fa in modo che le varie componenti comunichino tra di loro con onde elettromagnetiche specifiche. I vari dispositivi sono alimentati con batterie a lunga durata che avvertono l’installatore quando è il momento di sostituirle. L’edificio resta al sicuro anche nel caso di un black-out elettrico. Le tempistiche di installazione per questo sistema sono meno impegnative di un sistema via cavo. Non è necessario, infatti, svolgere forature nei muri e in caso di trasloco può essere disinstallato e trasportato facilmente. Inoltre ricordiamo che è possibile realizzare anche impianti misti che prevedono una parte di sistema con funzionamento via radio e una parte con sistema cablato.

Impianti di allarme con protezione attiva e passiva

In questo caso ci sono misure di protezione attiva e passiva nell’edificio, con sensori installati in punti strategici. Si considerano attivi tutti i sistemi d’allarme antifurto e di videosorveglianza. Passive sono invece considerate le strutture di protezione non impiantistiche come grate, inferriate metalliche, sistemi di bloccaggio per le imposte.

 

Sistemi di videosorveglianza: telecamere e sistemi di movimento per la registrazione di video

Gli impianti di videosorveglianza sono un ottimo deterrente ad intrusioni di estranei nella propria abitazione o negozio. Un sistema di questo tipo è composto da telecamere e dall’apparecchio per la visione e la registrazione dei video. Ci sono telecamere a circuito chiuso per interni ed esterni, dotate di sistemi di movimento e di infrarossi per la visione notturna e possono anche avere funzioni wireless. Queste ultime tipologie di sistemi di videosorveglianza possono essere semplici da installare ma non sempre sono la scelta più economica.

 

Come installare un impianto di allarme

Una volta scelto il tipo di impianto di allarme che si vuole installare si procede alla disposizione delle componenti nell’edificio, in esterni e interni. Il dispositivo di controllo può essere programmato per avere il controllo dell’intera area o solo di una parte, pertanto è bene suddividere gli spazi che si vogliono “proteggere”. Inoltre è bene utilizzare anche una sirena esterna sempre efficace per segnalare all’esterno che si è dotati di un impianto anti intrusione.

I sensori vanno posizionati sui luoghi classici di effrazione e quindi porte e finestre. La tecnologia moderna permette anche di gestire una centrale via app. Da notare è anche l’esistenza di sensori “Pet Immunity” che permette ad un sistema di allarme di non attivarsi al passaggio di un animale domestico di piccole o medie dimensioni.

Con un impianto di tipo wireless l’installazione è più scorrevole e semplice, in quanto si possono installare i rilevatori dove si preferisce, nascondendoli alla vista. Nell’installazione dell’impianto di allarme c’è da considerare anche il perimetro dell’edificio. Esso riguarda l’intero spazio che si vuole proteggere da intrusi e in base al perimetro si sceglieranno anche diversi tipi di sensori.

Installazione di impianti d’allarme “fai da te”

Se non si possiede un po’ di praticità con tecnologia ed elettronica è molto difficile non solo installare le diverse componenti di un impianto di allarme, ma anche confrontare prezzi e funzioni nella selva oscura delle offerte online. Manuali e guide sono spesso riduttive e non vengono incontro ai dubbi dell’utente; inoltre per legge ogni modifica dell’impianto elettrico di un’abitazione deve essere effettuata da un tecnico esperto per ovvie ragioni di sicurezza.

Pertanto è sempre preferibile ricorrere ad un professionista del settore abilitato e affidabile che installerà un sistema dotato di dichiarazione di conformità.

I costi di un impianto di allarme sono molteplici e dipendono da diverse variabili. Tra questi ci sono: grandezza della superficie da mettere in sicurezza, tipologia dei sensori, eventuali  controlli di sicurezza aggiuntivi, manodopera, costi di manutenzione annuale.

 

 

Detrazione fiscale per l’installazione di un impianto di allarme

Per chi è in cerca di informazioni sulla detrazione fiscale per l’installazione di un sistema di allarme, ci sono buone notizie: grazie al “Bonus Ristrutturazioni Edilizie” è possibile infatti detrarre fino al 50% della spesa per un massimo di 96.000 euro. Sono detraibili le spese per impianti di videosorveglianza, antifurto, vetri antisfondamento, porte blindate e altre strutture che prevengono intrusione, nonché spese sostenute per sopralluoghi di esperti di sicurezza o perizie, ma non quelle per contratti di vigilanza o sorveglianza.

Per quanto riguarda l’acquisto di componenti antifurto l’agevolazione è suddivisa in 10 anni e l’IVA è fissata al 10% (invece che al 22%). Il bonus 2020 viene rimborsato, dunque, sotto forma di detrazione IRPEF in 10 rate annuali, tutte di uguale importo.

Categorie: Residenziale

Laura Sartori

Scritto da Laura Sartori