L’Ecobonus 2020 è uno dei provvedimenti per la ripartenza dell’economia entrati in vigore con la conversione del Decreto Rilancio in legge. Pensato per supportare il settore edile in seguito all’emergenza Covid-19, il nuovo Ecobonus è stato arricchito di importanti novità come il Superbonus al 110% e lo sconto in fattura immediato, per incentivare la ristrutturazione e l’efficientamento energetico sia di aziende che di abitazioni private. Vediamo, quindi, nel dettaglio cosa prevede l’Ecobonus 2020, chi può usufruirne e come ottenerlo.
L’Ecobonus è la detrazione riconosciuta per i lavori di risparmio energetico effettuati sia su singoli edifici che sui condomini. Nel primo caso, l’Ecobonus permette di accedere a detrazioni dal 50% al 65%, mentre nel secondo può salire fino al 75%.
Quest’anno, inoltre, l’Ecobonus 2020 riserva ai beneficiari una serie di nuovi vantaggi:
Gli interventi che permettono di accedere all’agevolazione fiscale sono i seguenti:
Nell’Ecobonus sono ammessi anche i costi previsti per l’esecuzione degli interventi di risparmio energetico, come i costi di installazione, le opere murarie, eventuali lavori di deviazione e gli allacciamenti, nonché le spese per le prestazioni professionali e per la redazione della certificazione energetica necessaria per ottenere la detrazione.
I bonus casa che rientrano nell’Ecobonus, e che sono stati prorogati senza variazioni dalla Legge di Bilancio 2020, sono:
L’Ecobonus al 65% e al 50% spetta a tutti i contribuenti privati, residenti e non residenti, e ai contribuenti titolari di impresa, che possiedono a qualsiasi titolo l’immobile oggetto di interventi a risparmio energetico.
Sono ammessi all’Ecobonus 2020, quindi:
Per usufruire dell’agevolazione è necessario possedere o detenere l’immobile in base a uno dei titoli seguenti:
L’Ecobonus 2020 viene erogato nella forma di una detrazione di imposta lorda sull’IRPEF in caso di contribuenti privati, e sull’IRES in caso di società. L’agevolazione va divisa in un certo numero di quote di pari importo (nel caso del Superbonus, fino a 5, in tutti gli altri casi, fino a 10) da scaricare con la dichiarazione dei redditi negli anni successivi a quello in cui vengono svolti i lavori. La suddivisione delle quote va effettuata in base alla spesa, rispettando sempre il tetto massimo imposto per ogni tipologia di intervento.
Per fruire dell’agevolazione fiscale è necessario dotarsi di una specifica documentazione, composta da:
Certificazione energetica e scheda informativa devono essere entrambe spedite all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori, esclusivamente per via telematica.
Il Decreto Rilancio ha introdotto anche il cosiddetto Superbonus: una detrazione del 110% sulle spese sostenute per interventi di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e messa in sicurezza degli edifici. L’agevolazione è ammessa per lavori svolti tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021, e sarà suddivisa in 5 rate di pari valore che potranno essere “recuperate” nelle 5 dichiarazioni dei redditi successive.
Gli interventi che hanno diritto alla detrazione del 110% possono riguardare sia la singola unità immobiliare che un intero condominio, e sono:
La detrazione si applica anche a spese funzionali per l’esecuzione dell’intervento e a interventi eseguiti congiuntamente ad almeno uno di quelli sopra elencati (che per questo vengono definiti “trainanti”), come:
In particolare, in caso di installazione di impianti solari fotovoltaici, la detrazione del 110% spetta su una spesa massima di 48mila euro, e comunque entro il limite dei 2.400 euro per ogni kW di potenza dell’impianto.
Per poter ottenere l’agevolazione del 110% gli interventi devono assicurare il miglioramento di almeno 2 classi energetiche dell’edificio. Se ciò non è possibile, bisogna comunque effettuare il passaggio alla classe energetica più alta rispetto a quella corrente. Il passaggio di classe va dimostrato con l’attestato di prestazione energetica (A.P.E.).
Il Superbonus può essere fruito da direttamente da chi presenta la domanda per l’agevolazione, ma anche essere ceduto a terzi, banche e istituti di credito compresi, che a loro volta possono nuovamente cederlo sottoforma di credito d’imposta. In alternativa, è possibile richiedere uno sconto in fattura di importo massimo pari alla spesa da sostenere, che il fornitore recupererà poi come credito d’imposta.
Per accedere alla cessione del credito è indispensabile rivolgersi a un CAF o a un professionista abilitato alla trasmissione della dichiarazione dei redditi. Inoltre, la cessione deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate tramite l’apposito modulo online o affidandosi ad un intermediario dedicato.