La vita moderna richiede moltissime spese, spesso legate al grande numero di dispositivi che si è quasi costretti ad utilizzare, dovendo vivere in modo veloce e sempre di corsa. Smartphone, macchina, computer, elettrodomestici… dove c’è comodità e prestazioni, inevitabilmente compaiono anche i costi.
Ma esistono modi per riuscire a risparmiare su tutte queste voci, che incidono pesantemente sul bilancio familiare? È possibile organizzare strategie per fare economia?
In questa pagina proviamo ad approfondire insieme quali sono gli ambiti che impattano di più sul totale delle spese domestiche, e alcune tattiche per riuscire a ridurle, soprattutto a livello di consumi.
Durante la stagione fredda, è inevitabile utilizzare molto l’impianto di riscaldamento, per portare il comfort del calore in casa. Tuttavia, questo potrebbe portare la bolletta del gas ad alzarsi a dismisura.
Prima di esaminare quali strategie utilizzare per ridurre i consumi, è importante cercare di comprendere quale sia la modalità di riscaldamento più conveniente.
In particolare, le famiglie italiane sono generalmente attrezzate con una di queste due opzioni: riscaldamento centralizzato o autonomo.
Il riscaldamento centralizzato viene in genere installato nei condomini, in modo tale che una stessa caldaia raggiunga, mediante le tubature, più abitazioni. Il vantaggio di questa tipologia di impianto sta nel fatto che la manutenzione di un’unica caldaia costa nettamente meno, e che per funzionare a regime essa richiede meno energia; infatti la sua potenza è sempre minore di quella della somma di più apparecchi con le rispettive canne fumarie, dato che una singola caldaia, per poter raggiungere le prestazioni richieste, deve essere sovradimensionata.
Al contrario, l’impianto di riscaldamento autonomo è caratterizzato dal fatto che ogni apparecchio serve una sola abitazione. Ovviamente questa modalità è quella più usata dalle case indipendenti o nei piccoli edifici.
Rispetto all’impianto centralizzato, però, la situazione autonoma possiede sicuramente la comodità di poter decidere in che modo e in quali orari accendere il riscaldamento, mentre nei condomini bisogna sottostare, in linea di massima, a quanto deciso in assemblea con l’amministratore secondo le indicazioni del Comune; si è inoltre tutelati dalla possibilità di dover pagare le spese non evase da parte degli inquilini morosi.
Tuttavia, anche nelle situazioni di impianto centralizzato si può ovviare in parte a questo disagio per mezzo delle valvole termostatiche, ormai divenute obbligatorie (anche se ancora non tutti gli edifici sono stati messi a norma): esse permettono di regolare la temperatura in ogni stanza.
In definitiva, come si può vedere, non esistono formule predefinite che possano indicare a priori se sia più conveniente utilizzare il riscaldamento autonomo o centralizzato, anche perché l’installazione dell’uno o dell’altro dipende da fattori che non sono di responsabilità dell’inquilino, e ognuno dei due possiede caratteristiche positive e negative. Sta all’avvedutezza di ciascuno il cercare di modulare il consumo di gas sulla base delle proprie abitudini. Tuttavia, ci sono alcuni elementi a cui si può prestare attenzione:
Come quella del gas, anche la bolletta della luce è un’incognita che è bene tenere in considerazione nel momento in cui si consuma, se non si vuole incorrere in costi troppo elevati.
Tuttavia, la facilità con cui ci si serve dell’energia elettrica spesso fa dimenticare quanto sia costosa. Come fare per risparmiare, dunque?
Un primo accorgimento da tenere potrebbe essere quello di scegliere una tariffa conveniente da parte di un operatore del mercato libero; la maggior tutela, infatti, verrà prossimamente abolita.
Si può inoltre agire prestando attenzione ad alcuni importanti elementi:
Dal 31 dicembre 2016, a seguito della ricezione di una direttiva europea (UE2012/27/UE), è diventata obbligatoria l’installazione delle valvole termostatiche sui termosifoni, con lo scopo di ridurre gli sprechi e diminuire l’inquinamento. Esse infatti hanno la funzione, nei casi in cui il riscaldamento sia centralizzato, di modulare la potenza del termosifone a seconda di quanto deciso dall’utilizzatore, senza che quest’ultimo debba essere obbligato a seguire per forza gli stessi orari di riscaldamento e le temperature scelte dagli altri inquilini. Contestualmente a questa innovazione è stata introdotta una contabilizzazione separata per ciascuna unità immobiliare, in modo tale che i consumi del condominio per il riscaldamento non siano divisi in modo uguale fra tutti gli abitanti ma che ognuno paghi solo ciò di cui ha veramente usufruito, grazie alla lettura di contatori appositi (detti anche ripartitori o contacalorie): questi ultimi vengono posizionati sui singoli radiatori e sono muniti di display dove si può leggere la quantità di energia utilizzata.
Ma come funzionano le valvole termostatiche? Vengono impostate, stanza per stanza, alla temperatura desiderata: una volta che il sensore montato contestualmente (testina termostatica) “percepisce” che la temperatura viene raggiunta nell’ambiente circostante, la valvola si chiude e i termosifoni si spengono.
In questo modo gli inquilini di ciascuna unità abitativa non solo possono decidere autonomamente la temperatura della propria casa differenziandola da quella degli altri, ma possono modularla a seconda delle stanze, usando per esempio una minore quantità di potenza in quelle meno frequentate.
Tenendo fede ad alcuni comportamenti consigliati, grazie alle valvole termostatiche è possibile ottenere un grosso risparmio in bolletta:
Specialmente quando si sente parlare di case di nuova costruzione, viene spesso nominato il riscaldamento a pavimento: che cos’è? È davvero più conveniente rispetto ai più tradizionali termosifoni?
Proviamo innanzitutto ad approfondire le caratteristiche di questo sistema di riscaldamento di ultima generazione: esso può essere elettrico o ad acqua a circuito chiuso. In entrambe le situazioni, gli elementi riscaldanti (che sono resistenze elettriche nel primo caso, e tubature attraversate dall’acqua nel secondo) si trovano sotto il pavimento, installati sopra pannelli isolanti.
In questo modo, l’ambiente viene scaldato con il principio dell’irraggiamento, in modo abbastanza uniforme, a differenza di quanto spesso accade con i termosifoni. In conseguenza di ciò, al fine di ottenere la temperatura desiderata all’interno della stanza, l’acqua utilizzata, per essere efficace, deve raggiungere una temperatura minore di quanto accadrebbe con un impianto a radiatori. Infatti il liquido che passa all’interno dei termosifoni ha in genere una temperatura che si aggira intorno ai 70°, mentre per il riscaldamento a pavimento basta che raggiunga i 30/40°.
Il riscaldamento a pavimento possiede sicuramente molti lati positivi, ma anche alcuni piccoli disagi. Proviamo a vederli insieme, iniziando dai vantaggi:
Come si può vedere, l’installazione di un riscaldamento a pavimento possiede molti aspetti positivi. Tuttavia, ce ne sono anche alcuni negativi. Ad esempio:
Insomma, sebbene il riscaldamento a pavimento presenti molti vantaggi sia per i costi in bolletta che per il rispetto dell’ambiente, non è adatto per tutte le situazioni, e prima di installarlo andranno valutate con cura le proprie esigenze.
Grazie alla Legge di Bilancio 2018, al momento c’è la possibilità di detrarre il 50% di alcune spese dovute alla riqualificazione della climatizzazione, e tra queste vi è quella per l’installazione del sistema radiante (ovvero del riscaldamento a pavimento).
Gli interventi di ristrutturazione della casa sono sicuramente circostanze da non sottovalutare, sia in termini di peso economico che di impegno di tempo ed energie; tuttavia, possono veramente variare in meglio la qualità della vita in un’abitazione.
Per questo, e per non desistere dal mettere in campo opere di manutenzione dove necessario, è importante essere consapevoli di tutte le possibilità di risparmio:
Se vuoi approfondire l’argomento del risparmio energetico, leggi anche il nostro articolo “Il risparmio energetico in 10 semplici mosse”.