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Risparmiare elettricità in casa e in azienda: ecco come

Scritto da Marco Alberti | 25 luglio 2019 - 09:30

La nostra vita, sia in casa che al lavoro, sta diventando sempre più piena di dispositivi che, per funzionare, hanno bisogno di elettricità: come conseguenza di ciò, il fabbisogno di questa materia prima sta aumentando sempre di più, e si potrebbe vedere lievitare i costi in bolletta. Si calcola, inoltre, che entro il 2040 il fabbisogno mondiale di energia dovrebbe incrementare del 30% circa.

Perciò non si può più rimandare l’apprendimento di comportamenti corretti nel consumare l’elettricità, sia per riuscire a spendere meno, sia per salvaguardare l’ambiente in cui viviamo, riducendo l’impatto che si ha sul pianeta e sulle risorse che ci offre.

Ma in che modo si può agire per contenere i costi? Innanzitutto, dopo aver approfondito cosa significano tutte le voci presenti in bolletta, si può partire da un’accurata analisi delle principali fonti di dispendio di energia, per poter poi intervenire in maniera mirata.

Elettrodomestici: come risparmiare sulla bolletta della luce

Gli elettrodomestici sono un importante supporto nelle faccende casalinghe; tuttavia frigorifero, forno, lavastoviglie, lavatrice, condizionatore possono tramutarsi in vere e proprie fonti di spreco. Il primo step da fare per ottimizzare la situazione è sicuramente quello di acquistare macchinari di classe A (la migliore è la A+++), ovvero quelli più efficienti e che assicurano il miglior rendimento. Vediamo come si può migliorarne l’utilizzo per riuscire ad abbassare i consumi.

Come risparmiare energia col frigorifero

Ecco alcuni suggerimenti utili affinché il proprio frigorifero impieghi meno energia:

  • la dimensione del macchinario deve essere adeguata alle tue esigenze; se vivi da solo o comunque non hai la tendenza a conservare molti prodotti, è inutile avere un apparecchio di ampia capienza, e lo puoi sostituire con uno più piccolo. I consumi infatti aumentano di circa 10kWh ogni 100 litri di capacità.
  • ll frigo deve essere posto ad almeno 10 cm dalla parete, affinché possa essere ben areato e il calore generato dalla serpentina venga smaltito in modo corretto. Inoltre non va posizionato vicino a fonti di calore, come i fornelli o i termosifoni; sono infine da evitare le pareti esposte a sud (dunque le zone della casa dove batte più spesso il sole).
  • Non devi riempire troppo il tuo frigo, né lasciarlo vuoto a lungo. Nel primo caso, infatti, il consumo di energia aumenterebbe per permettere la conservazione di un maggiore quantitativo di prodotti, ma allo stesso tempo si potrebbe rischiare che questi ultimi si sciupino a causa del ridotto quantitativo di aria in grado di passare tra l’uno e l’altro.
  • Non devi riempire troppo il tuo frigo, né lasciarlo vuoto a lungo. Nel primo caso, infatti, il consumo di energia aumenterebbe per permettere la conservazione di un maggiore quantitativo di prodotti, ma allo stesso tempo si potrebbe rischiare che questi ultimi si sciupino a causa del ridotto quantitativo di aria in grado di passare tra l’uno e l’altro.
  • Non aprire il frigo troppo frequentemente, per evitare la dispersione di energia.
  • Regola la temperatura e il termostato.
  • Se pulirai il frigo periodicamente e con regolarità, potrai evitare che il ghiaccio si accumuli sulle pareti andando a rendere meno omogeneo ed efficiente il processo di refrigerazione.

Come risparmiare energia con il forno

Anche per il forno esistono piccoli accorgimenti molto utili per riuscire a fare economia:

  • se c’è bisogno di preriscaldare, calcola bene i tempi in modo tale da non lasciarlo acceso troppo tempo prima che ti serva effettivamente.
  • Durante la cottura, evita il più possibile di aprire lo sportello, per scongiurare la dispersione di calore.
  • Cerca di pulirlo accuratamente e spesso: i residui di cibo bruciato ostacolano l’emissione di calore uniforme.
  • Al momento dell’acquisto, opta per un forno ventilato: in questo modo, grazie alla distribuzione equilibrata del calore, servirà meno tempo sia per il preriscaldamento che per cuocere le pietanze.

Come risparmiare energia con la lavastoviglie

La lavastoviglie è tra gli elettrodomestici che consumano più elettricità, quindi se abiti da solo, forse non ti conviene fare questo investimento. Se invece ritieni di averne l’esigenza o il nucleo familiare è composto da più persone, ecco alcuni consigli:

  • usala sempre a pieno carico.
  • Cerca di non utilizzare il programma di prelavaggio, ma piuttosto sciacqua prima le stoviglie a mano senza sprecare troppa acqua.
  • Pulisci spesso il filtro e non dimenticare di aggiungere il sale: se non si forma calcare, la lavastoviglie rimane efficiente più a lungo.
  • Se non ci sono stoviglie particolarmente sporche, scegli i programmi con la temperatura più bassa.
  • Cerca di fare a meno dell’asciugatura per mezzo di aria calda, non è essenziale alla buona riuscita del tuo lavaggio: basterà tenere lo sportello aperto a fine ciclo mentre c’è ancora molto calore nell’apparecchio per creare la giusta corrente d’aria, e le stoviglie si asciugheranno comunque.

Come risparmiare energia con la lavatrice

Pensi che sia essenziale avere l’acqua caldissima perché i panni risultino veramente puliti? In realtà, per le lavatrici più recenti non lo è quasi mai: abbassando i gradi desiderati durante i cicli di lavaggio potrai ridurre l’impatto ambientale… e anche le cifre in bolletta. Puoi inoltre cercare di concentrare i lavaggi nelle ore notturne, quando è in vigore la fascia oraria più economica. Ricordati poi di non utilizzare i programmi di prelavaggio se non quando strettamente necessario.

Come risparmiare elettricità in azienda

I consumi delle aziende costituiscono una parte molto molto importante all’interno del fabbisogno energetico mondiale; per questo, un concetto che si sta facendo strada sempre di più è quello della sostenibilità, ovvero l’insieme di strategie adottate per ridurre l’impatto ambientale: ad esempio per mezzo dell’aumento della durabilità dei prodotti o della dematerializzazione, ovvero il tentativo di usare meno materiale all’interno della produzione. Oltretutto è stato studiato che comportamenti di questo genere non sono solo convenienti per l’ambiente ma anche per l’impresa stessa, che, oltre a risparmiare, può migliorare la propria immagine verso i potenziali clienti.

Il concetto di sostenibilità in azienda comprende anche le modalità di risparmio energetico; vediamone alcune:

  • lo standby? Solo quando serve. La modalità standby è utile solo quando si sa che l’apparecchio al momento non deve essere utilizzato, ma lo sarà di nuovo dopo poco. Di notte, invece, i macchinari vanno spenti: anche fotocopiatrice, stampante, monitor.
  • Stampante: cerca di concentrare tutti documenti che ti servono in un’unica stampata, per diminuire il dispendio di energia, e di mandare in stampa solo ciò che è realmente indispensabile. Inoltre, se non hai bisogno di dispositivi estremamente grandi e performanti, puoi optare per quelli multifunzione, in modo tale da tenerne collegato alla presa solo uno.
  • Monitor: un primo passo può essere quello di disattivare lo screensaver, che richiede più energia del semplice oscuramento; inoltre, quando non è strettamente necessaria, disattiva la connessione wireless e, se sai che non userai il computer per un po’, spegnilo invece di mantenerlo in standby. Infine, è consigliabile staccarne addirittura la presa, perché ci sono macchine in grado di consumare anche da spente.
  • Riscaldamento e aria condizionata: dovendo lavorare per molte ore, è comprensibile che in ufficio si vorrebbe il maggior comfort possibile, a partire dalla temperatura percepita, preferibilmente tiepida d’inverno e fresca d’estate. Tuttavia, esistono delle modalità per risparmiare anche su questo consumo, mantenendo la giusta dose di comodità. Nella stagione calda cerca di non far scendere mai la temperatura della stanza sotto i 25°: ciò anche allo scopo di salvaguardare la propria salute, mantenendo una accettabile e non traumatica differenza termica tra interno ed esterno. Inoltre, un importante elemento su cui puoi agire è l’isolamento dell’ambiente: grazie all’installazione dei vetri isolanti otterrai una maggiore conservazione del calore in inverno e protezione dall’afa in estate. Ricordati inoltre di spegnere i riscaldamenti quando si arieggia la stanza e, nei momenti in cui è caldo, di disattivare i condizionatori mezz’ora prima di uscire dall’ufficio.

Tipologie di illuminazione: quale scegliere per risparmiare?

Non solo elettrodomestici: si calcola che la spesa per l’illuminazione costituisca circa il 15% del totale delle bollette. Tuttavia, anche in questo ambito c’è la reale possibilità di scegliere di essere rispettosi dell’ambiente, economizzando.

La prima cosa da fare sarebbe ovviamente quella di sfruttare al meglio la luce naturale; perciò, se devi ristrutturare o scegliere una nuova casa, osserva se le posizioni delle finestre rispondono a criteri di semplice estetica o di reale luminosità: una casa che può godere dell’ultimo raggio di sole accende le lampadine più tardi!

Inoltre, la modalità in cui è illuminata una stanza diventa tanto conveniente quanto più è progettata in modo coerente con lo scopo a cui quell’ambiente è destinato. Ad esempio, in una cucina sarà importante scegliere un’illuminazione diffusa ma intensa, perché tutti gli utensili devono essere ben in vista, mentre per una stanza relax puoi optare per faretti dalla potenza più bassa, magari con il completamento di piantane o luci direzionabili per quando si vuole leggere o usare il computer.
Un altro esempio potrebbe essere quello delle camere da letto: nonostante le abat-jour siano molto diffuse perché particolari e decorative, spesso non sono sufficienti per poter leggere a letto, e quindi non evitano che si accenda anche la luce principale. Infine, bisogna valutare bene se si ha davvero bisogno di un’illuminazione esterna in giardino o sui terrazzi, e sulla quantità di ore in cui è strettamente necessario che essa rimanga accesa: è facile dimenticarsene e ricevere poi brutte sorprese in bolletta!

Esistono anche molte tipologie di lampade e lampadine, progettate secondo stili e usi diversi; in particolare, le lampadine si dividono nei seguenti gruppi:

  • lampade a fluorescenza compatta (o “a risparmio energetico”): la loro efficienza luminosa è di gran lunga maggiore di quella delle lampade a incandescenza e hanno una vita molto più lunga. Sono costituite da un tubo contenente del gas, attraverso cui si trasmette la corrente elettrica. La loro maggiore efficienza, e quindi anche l'ammortamento della maggiore quantità di soldi spesi al momento dell’acquisto, è più rilevante se vengono utilizzate per situazioni in cui devono rimanere accese molte ore, mentre rendono di meno se accese a intermittenza. Tuttavia hanno anche il difetto di essere più difficili da smaltire a causa del mercurio in esse contenuto.
  • Lampade a scarica (o “a ioduri metallici”): necessitano di un alimentatore e sono progettate per funzionare mediante un arco elettrico; hanno bisogno di una decina di minuti per arrivare al loro maggiore grado di prestazione, tuttavia una volta passato questo piccolo periodo possiedono un livello di rendimento molto alto. Data l’intensità piuttosto elevata della luce prodotta, sono in genere preferite per rischiarare gli spazi esterni per molte ore, per le hall e i grandi ambienti in genere.
  • LED: anche se costano di più rispetto alla media, le lampadine a LED sono tra quelle che hanno il minore impatto ambientale, durano per molto tempo e non sono costruite con materiali dannosi. La luce viene emessa grazie al movimento degli elettroni all’interno di un semiconduttore.
  • Lampade ad energia solare: dato che, come dice il nome, la caratteristica di queste lampade è di trarre energia dal sole, si può intuire come esse siano tendenzialmente usate per illuminare i giardini, o comunque gli spazi esterni. In pratica, sono progettate per ricaricare le batterie durante il giorno mediante celle solari; durante la notte, poi, funzionano grazie all’energia accumulata nelle ore diurne.

Consumi: confronto fra lampadine e LED

Per confrontare fra di loro le varie tipologie di lampadine, bisogna prima introdurre il concetto di lumen: esso è l’unità di misura che indica il flusso luminoso.
Grazie a questo concetto, si può fare il confronto fra la potenza utilizzata da ciascuna tipologia di lampadina per produrre una medesima quantità di lumen.
Ad esempio, per produrre 600 lumen, a una lampadina ad incandescenza serve una potenza di 60W, a una fluorescente 12W, a una alogena 42W, a una a led 5W.

Come si può vedere, le categorie di lampadina che hanno bisogno di meno potenza per poter raggiungere uno stesso risultato sono quelle a fluorescenza e a LED.
Da questo deriva anche il loro minor consumo di energia.

Ciò si può notare anche facendo un calcolo su base annua osservando e confrontando i kW consumati ogni ora; infatti:

  • una lampadina incandescente, usata per 8 ore al giorno per 365 giorni con una potenza di 60W, consumerà 75,2 kW/h all’anno;
  • una lampadina a LED, usata per lo stesso periodo di tempo con una potenza di 5W, consumerà 14,6 kW/h all’anno;
  • una fluorescente, sempre utilizzata nello stesso arco di tempo, con una potenza di 12W, consumerà 13kW/h all’anno.

 

Se vuoi approfondire l’argomento del risparmio energetico, leggi anche il nostro articolo “Il Risparmio energetico in 10 semplici mosse