Per chi ha uno stile di vita che mira alla filosofia ecologista, l’acquisto di un’auto elettrica è una soluzione che unisce il desiderio di abbattere emissioni e consumi. E quest’anno, con gli incentivi per le auto elettriche, la scelta è ancora più consigliata.
Tra le auto elettriche, però, esistono diverse tipologie riassumibili in due macro-categorie: le Estese e le Pure. Vediamo quindi quali sono nel dettaglio e le loro caratteristiche.
Quando si parla di auto elettriche Pure o Veicoli a Zero Emissioni (ZEV), ci si riferisce a quella tipologia di vetture che sfruttano esclusivamente l’elettricità.
Mentre, quando si tratta di auto elettriche ad autonomia Estesa, esistono 2 differenti modalità di ricarica. La prima che consta in quelle ricaricabili tramite la presa di corrente e quindi come le auto Pure, la seconda è invece quella pensata per le auto che vanno ricaricate attraverso un generatore azionato da un motore a benzina.
In quest’ultimo caso l’autonomia del veicolo è ovviamente superiore a quella delle prime, poiché proprio grazie al carburante utilizzato, il rifornimento risulta essere più rapido e semplice.
Possiamo inoltre categorizzare le auto ad autonomia Estesa in:
Secondo i dati riportati da ACEA (European Automobile Manufacturers Association), in UE la quota di mercato per le auto elettriche nel secondo trimestre del 2020, è salita al 7,2%. Dato significativo, che dimostra quanto effettivamente stia diventando sempre più preponderante la vendita di una tipologia di auto attente al benessere ambientale.
Lo stesso trimestre dell’anno precedente aveva registrato invece solo il 2,4% della quota.
Si prevede inoltre, per la fine del 2020, la vendita di circa 20.000 auto elettriche, nonostante il periodo Covid, con un aumento ancor più sostanzioso per il 2021.
Dati chiari e significativi che dimostrano un’attenzione sempre più alta verso una mobilità sicura e connessa, che strizza l’occhio al benessere della persona e dell’ambiente che la circonda.
Con il Decreto Rilancio del 2020, gli incentivi stanziati sono diventati ancora più cospicui. Infatti, per le auto elettriche Pure e ibride Plug-in vi è stata un’aggiunta di ben 50milioni di euro.
Nel momento della stima per l’importo del bonus sul veicolo beneficiario, la legge per gli incentivi non si basa sulla tipologia di auto elettrica (pure, full, mild, ecc) ma suddivide i modelli per classe d’emissione.
Per le elettriche Pure, le uniche rientranti nella categoria 20g/km di CO2, l’incentivo arriva fino ai 10.000€. Nello specifico, al momento dell’acquisto di un nuovo veicolo elettrico, si arriva agli 8.000€ in caso di rottamazione di una vettura di almeno 10 anni con aggiunta di 2.000€ garantiti dal concessionario. In caso non si disponga di un veicolo rottamabile, l’incentivo scenderà a 5.000€ + 1000€ garantiti dal concessionario.
Per quei veicoli con emissioni dai 21 ai 60g/km, come di fatto le Plug-in, l’incentivo arriva a 4.500€ con rottamazione e 2.000€ garantiti dal concessionario. Mentre senza usato, gli importi scendono a 2.500 (incentivo) + 1000€ scontati dal concessionario.
Per quanto riguarda i veicoli con emissioni da 61 a 90g/km e da 91 a 110g/km ovvero Full, Mild e con Powertrain non certificato, l’incentivo viene quantificato sulla base della disponibilità del fondo stesso. Sarà inoltre compito del concessionario provvedere alla compilazione della domanda per l’Ecobonus che darà diritto all’incentivo da detrarre sul prezzo dell’auto acquistata e da immatricolare entro 180 giorni. Lo sconto del concessionario sarà invece applicabile sul prezzo imponibile.
Guardando agli incentivi per i privati da un punto di vista regionale e più in dettaglio per le regioni Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto e Friuli risulta che:
La situazione dei punti di ricarica per le auto elettriche e della presenza di colonnine sul suolo nazionale è un tema caldo. Nel nostro paese, secondo una stima dell’EAFO (Osservatorio Europeo sulla Mobilità Ecologica) attualmente sono presenti più di 13.000 punti di ricarica. Stima che posiziona l’Italia al 3° posto a livello europeo, superata solo da Francia e Germania.
In Italia, sui circa 7.000km di manto autostradale, sono state calcolate circa 13 colonnine ogni 100km. Di queste una maggior diffusione si registra al Nord: in Lombardia, ad esempio, i punti di ricarica arrivano ai 2.500 mentre in Molise superano di poco i 100.
C’è da dire però che in soli due anni l’Italia è salita dal 9° posto nella classifica europea, al 3° e che l’obiettivo è quello di raggiungere l’installazione di 100.000 colonnine elettriche, con un primo step intermedio che ne prevede 60.000. Una scelta dovuta anche alla necessità più che positiva di creare un’infrastruttura funzionante, disponibile e reperibile ovunque. Un dato che mostra come l’interesse dei cittadini stessi sia sempre più orientato all’ecofriendly.
Se si hanno in programma degli interventi di riqualificazione energetica, come ad esempio cappotti o il rinnovo della centrale termica, anche l’installazione delle infrastrutture di ricarica per le auto elettriche può essere oggetto dell’agevolazione previste Superbonus del 110%.
Chiunque desideri dotarsi di un’infrastruttura di ricarica, inoltre, può rifarsi al beneficio fiscale con una detrazione del 50% fino ad un imponibile massimo di 3.000€, ovvero 1.500€ da detrarre in 10 anni (150€/anno).
All’interno dei 3.000€ è compreso:
Questa detrazione è al momento, valida solo ed esclusivamente per i privati ma a partire dal 2021 pare che ci sarà la possibilità anche per le aziende di poter portare in detrazione wall-box e colonnine. Per ora tuttavia, non si conoscono ancora le percentuali e gli importi esatti.
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