Quando si apre un’attività commerciale nel campo della ristorazione, l’obiettivo che spesso ci si prefigge è uno solo: crescere in fretta per creare profitto. In questo modo, tuttavia, si rischia di non prestare la dovuta attenzione a una serie di questioni importanti. Per esempio, vi siete mai chiesti quanta acqua è stata usata per irrigare un campo di pomodori, quelli che finiscono sulle nostre tavole? Un eccessivo spreco d’acqua causa una perdita dal punto di vista ambientale che si ripercuote anche sul prezzo finale del prodotto, lo stesso che viene acquistato da un ristoratore a caro prezzo.
E che dire, invece, dell’emissione di CO2 durante il trasporto di prodotti da un Paese all’altro? Al costo del bene va aggiunto quello dei mezzi, del petrolio (inquinante) e del personale impiegati per portarlo fino a noi. Per non parlare degli sprechi energetici di un locale: impianti malfunzionanti o desueti provocano un’emissione anomala e dannosa di gas ed un innalzamento della bolletta da pagare a fine mese.
Ma ne vale davvero la pena? La risposta è, ovviamente, no. Per questo è importante che un ristoratore tenga conto, oltre che dell’incasso a fine mese, anche di una serie di attenzioni che apportano il loro contributo al buon funzionamento del suo locale. A questo scopo è utile conoscere e applicare una serie di best practice che vanno verso la direzione dell’ecosostenibilità nel food & beverage. Sono tante, ma tutte finalizzate a un duplice obiettivo: rispettare l’ambiente e risparmiare sulla bolletta a fine mese.
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, l’acquisto di prodotti che non provengano dal territorio provoca una serie di costi che, a catena, si riversano sull’acquisto finale di un bene. La soluzione, dunque, è quella di comprare i beni attraverso la modalità della filiera corta.
Cosa si intende? Una produzione di generi alimentari caratterizzata da un numero limitato e circoscritto di passaggi produttivi, oltre che di intermediazioni commerciali. L’esempio più semplice è quello rappresentato dalle piccole aziende agricole, dai pastori e dai produttori locali di generi alimentari. Spesso essi hanno la possibilità di attingere direttamente dal territorio la materia prima di cui hanno bisogno e di lavorarla nel più totale rispetto dell’habitat naturale. Acquistare i loro prodotti significa giovarne dal punto di vista economico, ambientale e qualitativo.
Frigoriferi che funzionano male, forni che sprecano energia, caldaie desuete. Ci sono tanti modi con cui un ristoratore può sperperare il suo denaro senza accorgersene, anche se ha prestato attenzione al momento di scegliere l'offerta gas e luce più conveniente. Ma la soluzione a questo tipo di problematiche c’è ed è rappresentata dall’energia green. Essa proviene da fonti rinnovabili e, a seconda di diverse caratteristiche, può essere immagazzinata e utilizzata in diversi modi.
L’energia solare, per esempio, può essere trasformata in energia elettrica grazie all’uso dei pannelli solari. Gli impianti fotovoltaici sono facili da usare e assolutamente discreti: se posti sul tetto di un ristorante permettono di produrre e immagazzinare energia in poco tempo. L’energia eolica, invece, sfrutta la potenza del vento grazie a mini impianti che possono essere posizionati sia su una terrazza sia in giardino.
Le pompe di calore, infine, estraggono quest’ultimo da una fonte naturale (aria, acqua o terra) e lo trasportano dentro l'edificio alla temperatura idonea. Chi non si può dotare di queste apparecchiature, poi, può rivolgersi ad aziende esperte del settore che producono e distribuiscono energia 100% green a costi competitivi.
Il risparmio, infine, passa anche dai materiali ecosostenibili che si usano nella ristorazione. Qualche esempio? Posate, bicchieri e piatti biodegradabili e compostabili, tovaglie e tovaglioli di carta riciclata, ma anche tavoli, sedie e mobilia realizzati con materiale di scarto. Oltre a questo è possibile raggiungere un vero e proprio risparmio energetico se si fa uso di prodotti che disperdono meno calore ed energia possibile: parliamo delle lampadine a led o fluorescenti, della coibentazione per isolare gli ambienti e dei pannelli termoriflettenti.
Ora che sai tutto di ecosostenibilità, cosa aspetti ad applicare queste pratiche? L’ambiente (e il tuo portafoglio) ti ringrazieranno.