Il codice POD è un codice alfanumerico di 14 o 15 caratteri, che identifica il punto fisico in cui l’energia elettrica viene consegnata al cliente finale. L’acronimo deriva dall’inglese: Point Of Delivery, ovvero “Punto di Consegna”. Il codice POD è unico per ogni unità immobiliare e rimane il medesimo anche se cambia il fornitore; se si possiede un garage è possibile richiedere un’utenza a bassa tensione per altri usi, regolamentata da un’apposita legge.
Il POD è, dunque, un codice identificativo, una sorta di “targa” fondamentale per svolgere determinate operazioni come ad esempio l’allacciamento del contatore o il cambio di fornitore. Il codice POD prescinde dal contratto tra l’utente e una specifica compagnia: è sempre lo stesso e non cambia neanche se variano gli altri dati della fattura del consumo elettrico. È diverso dalla matricola del contatore, ovvero l’apparecchio che misura il consumo di energia elettrica. Se in un appartamento è rimosso il contatore ci sarà tuttavia sempre un codice POD che indicherà quel punto di fornitura.
La sequenza numerica di tale codice è composta da:
Qualora avessi analizzato i tuoi consumi e volessi scegliere un nuovo fornitore per risparmiare sulla bolletta, al momento del passaggio dal tuo vecchio fornitore al nuovo, sarà necessario conoscere e quindi comunicare il codice POD all’operatore che si occuperà della tua pratica di switch.
Si tratta di un codice molto importante e se associato al codice fiscale consente l’invio e il perfezionamento delle pratiche di cambio fornitore. Comunicando tali codici, POD e Codice fiscale, per via telefonica o dando credito a finti operatori del fornitore di energia elettrica si rischia la famosa truffa del codice POD. Con il POD e il Codice Fiscale, infatti, è possibile effettuare il cambio gestore o trovare addebiti di servizi mai richiesti, da cui sarà complesso uscire.
Le tecniche per la truffa del codice sono sempre le stesse. L’utente riceve la chiamata da un call center che dice di chiamare per conto del suo fornitore e chiederà il codice POD per effettuare dei controlli. Il gestore dell’utente conosce già il codice pertanto non chiederà mai una ulteriore conferma.
La seconda tecnica altrettanto diffusa e insidiosa è quella dell’operatore che a domicilio, fornito di tesserini fasulli, chiede di poter verificare il codice POD oppure di vedere una bolletta al fine di effettuare un’analisi dei consumi.
Anche in questo caso non fidarsi è la prima regola.
Al telefono è assolutamente sconsigliabile pronunciare il termine “Sì” o altri monosillabi come “Confermo”, che vengono facilmente copiati e incollati su contratti fasulli. Qualora si restasse vittima di tali imbrogli è bene contattare il proprio fornitore oltre alle forze dell’ordine.
Sono sempre più numerose le segnalazioni di truffe relative al POD ed il modo migliore per difendersene è quello di non fornire con leggerezza i propri dati e il codice. Se ci si rende conto di aver subito un raggiro è sempre consigliabile chiudere immediatamente la telefonata senza fornire i dati di cui abbiamo parlato precedentemente.
Quando si desidera cambiare fornitore è bene accertarsi prima dell’identità dell’agente venditore che è fisicamente presente tramite tesserino di riconoscimento, o dall’altra parte del telefono, chiedendo numero di matricola, nome e cognome.
Qualora si fosse incappato in un raggiro, ricordiamo inoltre che è possibile recedere da un contratto sottoscritto a distanza, via telefono o con un venditore porta a porta, entro 14 giorni solari dalla conclusione del contratto (dalla sottoscrizione del modulo, in caso di vendita porta a porta e dalla data della conferma in caso di vendita telefonica), senza alcuna costo né motivazione.
Inoltre ricordiamo ancora una volta che le compagnie di distribuzione locale non effettuano mai visite a domicilio, né contattano direttamente il cliente. Qualora si ricevano delle visite da personale commerciale incaricato dal proprio fornitore o da altri fornitori, questi sono tenuti sempre a identificarsi, esibendo al cliente finale un documento dal quale risultino i propri elementi identificativi e i recapiti dell’esercente la vendita (indirizzo, numeri telefonici, fax, sito internet). In caso di contatto solo telefonico il personale commerciale è tenuto altresì a fornire gli elementi identificativi e il recapito telefonico dell’esercente la vendita. Il recapito telefonico deve essere idoneo a consentire l’identificazione del personale commerciale, deve informare il cliente finale che il contatto è finalizzato alla presentazione di un’offerta contrattuale o alla conclusione di un contratto nel mercato libero prima di richiedere qualunque dato o documento relativo alla fornitura del cliente oggetto del contatto.
L’invito, dunque, è quello di prestare la massima attenzione e segnalare al proprio fornitore qualsiasi situazione che possa rappresentare una un tentativo di raggiro.
In genere il codice POD è presente sulla bolletta, nella parte alta a destra o a sinistra, alla voce “dati fornitura” e sul contatore. Naturalmente è anche comunicato nel momento in cui si effettua l’allacciamento ed eventualmente può essere comunicato anche per via telefonica quando l’utenza è già attiva. Sul contatore elettrico è possibile, se il modello lo consente, visualizzare il codice su un display per intero oppure solo le ultime tre cifre. In alcuni casi il POD è mostrato sul contatore come numero cliente diverso dal codice cliente.
Non va neanche confuso con il numero di matricola del contatore, che è un numero dell’apparecchio stesso impresso dal produttore. Solitamente il numero di matricola è posizionato sotto il display alla voce “N”. In caso di trasferimento, se non si hanno a disposizione le precedenti fatture e non si conosce l’intestatario della vecchia utenza non sarà semplice individuare il POD. In questo caso il numero della matricola del contatore sarà utile per risalire all’utenza.
Sempre in tema di truffe correlate al POD, sono stati segnalati negli anni dei tentativi di raggiri che reclamavano un ipotetico sconto qualora il proprio codice POD iniziasse con determinati numeri e cifre. Naturalmente si citavano prefissi di cifre e numeri standard molto diffusi tra gli utenti, così da coinvolgere un alto numero di persone: nella realtà non c’è nessun codice speciale utile a rivendicare sconti, spesso improbabili sulle tariffe di energia elettrica e non.
Se ci si trova nella situazione di dover cambiare casa e attivare una nuova fornitura o mettere in affitto il nostro appartamento avremo bisogno di conoscere il codice POD. Sarà necessario comunicare il codice, infatti, in tutti i casi di subentro (fornitura chiusa) o di voltura (cambio di nome su fornitura attiva). Inoltre, questo codice sarà importante anche nel caso di reclamo presso lo sportello di assistenza al consumatore oppure per realizzare un impianto fotovoltaico condividendo il punto di prelievo.
Facciamo un po’ di chiarezza su subentro e voltura: il subentro è la richiesta di attivazione della fornitura di energia elettrica disattivata dai precedenti utenti; la voltura è invece la variazione dell’intestazione del contratto di una fornitura ancora attiva, che sia energia elettrica o gas. Il subentro si richiede contattando direttamente il fornitore anche online. Durante un subentro ci sono dei costi amministrativi da considerare e regolati dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambienti (ARERA). Per un subentro, oltre al codice POD saranno richiesti anche i dati personali dell’intestatario e l’attivazione verrà effettuata all’incirca tra 5 e 10 giorni lavorativi.
Il codice POD è quindi un codice identificativo del punto esatto di connessione indispensabile per collegare ogni singolo punto di consegna dell’energia, dalla rete all’utenza e viceversa. Ad ogni punto di connessione corrisponde un solo codice identificativo POD. Il codice POD è stabilito e comunicato dall’ente distributore anche nel caso di preventivo per la connessione in rete degli impianti fotovoltaici.
Per connettere l’impianto fotovoltaico alla rete elettrica si deve presentare la domanda al distributore di rete che avrà il compito di realizzare i lavori per collegare l’impianto fotovoltaico alla rete elettrica. L’ente distributore farà questo una volta che sarà pagato un corrispettivo da parte del responsabile dell’impianto di produzione. Naturalmente è opportuno dedicarsi alle pratiche per connettere l’impianto in rete solo dopo aver fatto il progetto preliminare e prima di effettuare i lavori veri e propri.
Se si tratta di un allacciamento di un impianto fotovoltaico in media o bassa tensione, senza problemi burocratici o ritardi nelle tempistiche, una volta ottenuto il permesso di poter realizzare l’impianto e prima di iniziare i lavori concreti, si presenta la domanda di connessione all’ente gestore della rete allegando tutta la documentazione richiesta e pagando la prima parte per l’avvio della pratica e per avere il preventivo da parte dell’ente. In seguito, l’ente comunica il preventivo per la realizzazione e l’avvio della connessione e le ulteriori informazioni tecniche sulla connessione, il codice di rintracciabilità, il codice POD, il tipo e la mole dei lavori che dovranno essere effettuati. In un secondo momento il soggetto responsabile potrà realizzare l’impianto fotovoltaico e dovrà comunicare all’ente gestore il termine dei lavori. L’ente abilitato alla connessione dovrà dunque realizzare i lavori di connessione e provvedere all’allacciamento dell’impianto fotovoltaico alla rete elettrica.
Inoltre, c’è un sistema che permette di vendere l’energia fotovoltaica alla rete elettrica: Il ritiro dedicato. Si può realizzare un impianto fotovoltaico per vendere alla rete elettrica l’energia prodotta ottenendo da questa vendita un guadagno economico. L’ente preposto per le pratiche relative al ritiro dedicato è il Gestore dei servizi energetici GSE S.p.A. Conviene? Di certo si dovranno fare gli opportuni rapporti tra i costi e i benefici, in quanto si entra nel campo minato del “business”. Il ritiro dedicato non è un’offerta su libero mercato ma un’operazione regolata e tutelata in merito ai prezzi di vendita. Possono fare richiesta di ritiro dedicato i titolari di impianti fotovoltaici di qualsiasi potenza.
Per poter vendere energia fotovoltaica in ritiro dedicato il possessore dell’impianto fotovoltaico, dopo aver terminato l’installazione ed dopo aver allacciato l’impianto in immissione in rete, entro 60 giorni può presentare la richiesta.
Può essere davvero antipatico reperire il codice POD senza bolletta, ma non serve disperarsi: ci sono comunque delle valide soluzioni per trovare il codice anche senza avere bollette a portata di mano. I motivi per cui non è possibile reperire il codice possono essere svariati e vanno dalla casa disabitata da molto tempo fino al contatore staccato o non funzionante (e contattare il precedente inquilino risulta impossibile). Una cosa da fare è contattare il distributore locale, in genere via fax o PEC poiché si tratta di richieste formali con dati sensibili ovvero dati personali come nome e cognome, indirizzo di fornitura e codice di matricola del contatore elettrico.
Quando anche un semplice subentro può divenire un problema si devono trovare altri rimedi. Una telefonata al distributore di zona può non bastare e si rischia solo di sprecare tempo al telefono. Se non si conosce nemmeno il fornitore allora tutto diventa ancora più complesso perché non si ha a disposizione nemmeno il numero dell’assistenza.
Una procedura utile è quella di provare in ogni caso a recuperare il codice POD in base ai dati che si hanno a disposizione. Talvolta la tariffa del precedente inquilino non sarà adatta alle nuove condizioni abitative o forse solo più esosa. Un'altra occasione per ritrovare il codice POD senza la bolletta, prima di passare al subentro, riguarda i consumi e la potenza di erogazione di energia elettrica: i precedenti inquilini avranno avuto altre esigenze. Il rischio è di pagare molto più del necessario, visto che la stima dei consumi è da effettuare sulla base di molte variabili.
Online è possibile ad esempio trovare supporto per individuare il codice POD sul contatore tramite dei formulari. Si inserisce il codice cliente, il proprio CAP, si seleziona il fornitore attuale e quello verso cui si vuole “migrare”, si scrive anche il proprio nome, cognome ed e-mail. Questo procedimento è facile ed intuitivo e risolve i casi più fortunati, quelli in cui, appunto, si hanno già diversi dati a disposizione.